No, non è una “semplice alternativa”. Con Pepe Reina la Lazio si porta a casa un pacchetto completo di qualità, carisma ed esperienza. Inzaghi lo aspetta, dovrebbe arrivare a Roma entro domani per trasformare la stretta di mano virtuale in un contratto vero e proprio. Poi proverà a mettere per la prima volta in discussione la titolarità di Strakosha, in una stagione che tutti a Formello sperano possa essere più fitta possibile tra impegni di campionato, Coppa Italia e Champions League. Già, l’Europa che conta. Un contesto che lo spagnolo conosce benissimo.
ESPERIENZA. Da solo conta praticamente le stesse presenze di tutta la rosa attuale della Lazio: 69 lui, 72 il resto dell’organico biancoceleste, grazie ai gettoni accumulati da Lucas Leiva (25), Proto (23), Correa (11), Immobile (10), Acerbi (2) e Patric (1). E se si guardano i minuti giocati, i numeri sono ancora più evidenti: 6185 lo spagnolo, 4829 gli altri sei laziali messi insieme (2070 Proto, 1336 Leiva, 737 Correa, 495 Immobile, 169 Acerbi e 22 Patric). D’altronde serve gente già pronta e temprata per ascoltare quella colonna sonora da brividi composta da Tony Britten nel 1992. E lui lo è di certo. In quel palcoscenico ci ha debuttato al Camp Nou con la maglia del Barcellona addirittura più di 19 anni fa (1-0 sul Fenerbahce), la prima delle sue quattro apparizioni da estremo difensore blaugrana nella competizione. Poi, dal 2005/2006 al 2009/2010, l’ha disputata per cinque stagioni consecutive con il Liverpool (46 presenze, 20 di queste insieme a Lucas Leiva), concludendo (almeno per ora) il suo curriculum, con altre tre edizioni (e 19 gettoni) nel Napoli.
GLI INZAGHI. Si è fermato tre volte alla fase a gironi, due agli ottavi, una ai quarti, due in semifinale e in una circostanza è arrivato fino alla finale, quella di Atene del 23 maggio 2007. Lì si è dovuto arrendere a un Inzaghi, Pippo, che con una doppietta permise al Milan di vendicarsi della clamorosa rimonta (da 3-0 a 3-3, poi sconfitta ai rigori) subita dai rossoneri contro i Reds due anni prima. Ora Reina si prepara a conoscere da vicino l’altro fratello, Simone, un altro che per l’Europa ha sempre avuto un ascendente particolare, dal momento che ancora oggi resta il marcatore più prolifico della storia della Lazio nelle competizioni Uefa con 20 gol, di cui 4 segnati in una volta sola (altro record) nella partita contro il Marsiglia. Insomma, anche lui sa cosa occorra per ben figurare in Champions League. Per questo ha esultato alla notizia dell’arrivo di un portiere dell’esperienza dello spagnolo.
DUELLO. Pepe ovviamente non sarà solo un vice. L’allenatore biancoceleste è pronto a metterlo nelle condizioni di giocarsi un posto da titolare con Strakosha, 13 anni più giovane. In ogni caso gli permetterà di avere della sana concorrenza tra i pali, quella che nelle ultime stagioni è sempre mancata, tanto da portare il giovane albanese a essere il giocatore più impiegato in assoluto da Simone Inzaghi nel corso delle sue quattro stagioni alla guida della Lazio. Alle sue spalle finora ha sempre avuto delle “semplici alternative”. Reina è molto di più.
Fonte: CdS