Non è l’aspetto economico a condizionare Gattuso, arrivato nella primavera 2019 a lasciare sul tavolo del Milan un maxi contratto (11 milioni lordi). Sarà uno degli allenatori di prima fascia che guadagnerà di meno nel prossimo campionato (1,5 milioni) ma questo non inciderà sulle sue motivazioni deve gestire una delicata fase, un fine ciclo che sarebbe stato meglio avviare un anno fa, cedendo giocatori che hanno avuto nella scorsa stagione un rendimento inferiore alle aspettative o un negativo atteggiamento. E lo farà con la determinazione di chi ha un contratto per dieci anni e non per dieci mesi, anche perché si è visto con Sarri e Ancelotti quale valore abbiano gli accordi pluriennali. Ma quello che non dovrà mancare in una stagione di profonda ristrutturazione della rosa è la compattezza tra la società e la squadra e a legarle, come è accaduto nei mesi più complicati della recente storia del Napoli, sarà ancora Gattuso. Guai se i giocatori percepissero un errato messaggio a proposito del mancato – per ora – prolungamento del contratto, cioè quello di un allenatore a tempo e di un progetto non a lungo termine: si partirebbe male se si mettesse in discussione la leadership di Rino. Fonte: Il Mattino