«Abbiamo messo in pausa lo sport ma vogliamo tutelare gli spettatori». La promessa del ministro Spadafora è mantenuta grazie al Decreto Rilancio che garantirà un rimborso per il servizio “non goduto” in piscine, palestre, centri sportivi, stadi e palazzetti. Il dl è stato convertito in legge il 18 luglio e prevede, entro un mese dalla sua entrata in vigore, la possibilità per i clienti di farsi restituire il corrispettivo già versato: basterà allegare il titolo di acquisto o la prova del versamento per ricevere in cambio i soldi oppure un voucher utilizzabile fino al 25 maggio 2021. La scadenza per presentare istanza è dunque fissata a martedì 18 agosto, ma come chiarito dal ministero dello Sport la procedura sopra descritta non riguarda le partite dei campionati. Questo aspetto continua a essere disciplinato dal decreto Cura Italia. Il Milan, ad esempio, ha la piattaforma attiva fino a giovedì 10 settembre e ha previsto dei vantaggi per chi sceglierà il voucher (sconto del 10% sul prossimo abbonamento e possibilità di “vincere” una presenza in un allenamento a Milanello) anziché il rimborso monetario. La Lazio ha imposto la deadline del 30 agosto (solo voucher), l’Inter deve ancora comunicare le modalità per risarcire gli abbonamenti, la Roma ha chiuso al 23 luglio le procedure per ottenere il buono (che è cedibile anche a un’altra persona), mentre quello della Juventus (deadline il 17 luglio) è spendibile anche al museo. Il riferimento è l’articolo 1463 del codice civile: «Nei contratti con prestazioni corrispettive, la parte liberata per la sopravvenuta impossibilità della prestazione dovuta non può chiedere la controprestazione, e deve restituire quella che abbia già ricevuta, secondo le norme relative alla ripetizione dell’indebito». La situazione deve essere “sopravvenuta” come nel caso dei dpcm che hanno disposto la chiusura degli impianti. L’Antitrust resta comunque vigile per contrastare i furbetti: il rimborso è obbligatorio. Fonte: CdS