«C’è una certezza, ed è il 4-3-3, e intorno alla sua evoluzione, restano però una serie di perplessità che sconfinano in ampiezza, in profondità, tra le linee e nella natura stessa d’una squadra che è cambiata ed è innegabilmente uscita dalla Grande Bellezza che pure le è appartenuta. Gattuso insegue una verticalità che è andata sparendo e dai «suoi» Napoli ha avuto adesioni nella fase del palleggio ma anche urticanti risposte quando ha smarrito l’equilibrio. Il compromesso, all’interno di un mutamento inseguito laboriosamente, ha sviluppato un calcio all’italiana 3.0 – squadra bassa e contropiede – che (innanzitutto) con Barcellona (al San Paolo), Inter e Juventus ha espresso armoniose simmetrie che possono educatamente spingere a sorvolare su qualsiasi etichetta».
A. Giordano (CdS)