La grinta, l’abnegazione, il collettivo. Walter Gargano, 36 anni, 235 partite con la maglia del Napoli, faceva parte di quel Napoli che arrivò a un passo piccolo piccolo dai quarti di finale di Champions League.
Che Napoli è?
«Ha carattere, è tenace, quando si mette in testa qualcosa lo fa. Vedo sempre le gare degli azzurri anche qui in Uruguay, seguo la serie A. E con il Barcellona dovrà fare la stessa cosa. Il carattere del mister è noto a tutti, ma si vede anche tanta organizzazione. Se devo dire una cosa, mi piacerebbe vedere di più due giocatori: Lozano e Allan».
Che annata è stata per gli azzurri?
«Vincere la Coppa Italia è stato importante. Vincerlo contro la Juventus come abbiamo fatto anche noi è ancora più bello perché so bene la gioia che dà ai tifosi del Napoli battere la Juventus. Ho visto i festeggiamenti e chi vive di calcio non può che essere contento per quelle immagini di felicità».
Ha parlato spesso dei tifosi napoletani. Cosa le è rimasto della sua avventura qui?
«Per me è un orgoglio aver rappresentato la bandiera del Napoli, mi fermavano e mi dicevano che non mangiavano per andare a vedere le nostre partite. Ed è una cosa che ha un peso enorme. Chi sta per così tanto tempo non si può non innamorare di quella città, un altro posto simile non c’è al mondo. Lì sono diventato uomo, sono nati due dei miei tre figli, ho lasciato amici unici e portato con me tanti ricordi».
E adesso al Penarol?
«È la squadra per cui tifavo da bambino. Il destino mi ha aiutato tanto nel corso della mia carriera perché non ho mai rimediato a brutti infortuni. Ora sto pagando il prezzo di quella fortuna (è fermo da novembre per la rottura del crociato, ndr). Ma ora tornerò e non vedo l’ora di giocare». Fonte: Il Mattino