Domani torna l’Europa League, venerdì riparte la Champions e la Uefa ha “aggiustato” alcune norme. Non si tratta di rivoluzioni – come nel caso dei 5 cambi, introdotti nella coda di questa stagione e mantenuti attualmente fino agli Europei di giugno 2021 – ma di variazioni minime sulle regole 14 (calci di rigore) e 10 (determinazione dell’esito di un incontro), già approvate dall’International Football Association Board (IFAB).
RIGORI. Sui calci di rigore, un’infrazione del portiere (come il non mantenimento di un piede sulla linea di porta) non verrà più penalizzata se il tiro dal dischetto manca lo specchio, oppure se va su palo o traversa. Se portiere e rigorista commettessero entrambi e simultaneamente un’infrazione, verrebbe penalizzato chi calcia con il gioco che ripartirebbe da una punizione indiretta a favore di chi difende. Inoltre, il cartellino giallo all’estremo difensore scatterà soltanto alla seconda sanzione.
ESITO INCONTRO. Roberto Rosetti, presidente della commissione arbitri Uefa, ha tenuto a precisare che «secondo l’Ifab e il regolamento, i calci di rigore non costituiscono parte dell’incontro, ma determinano solo il vincitore». Da qui una deduzione logica: quando un match va oltre i tempi regolamentari spariscono automaticamente le ammonizioni comminate durante i 90’ o i 120’. Significa, ad esempio, che un portiere ammonito non verrebbe espulso nel caso in cui dovesse anticipare il movimento durante l’esecuzione del penalty.
VAR. Sul Video Assistant Referee si legge «il Var comunicherà il chiaro errore o descriverà ciò che si vede al monitor (ma non la decisione da prendere)…». Ma ormai è prassi che gli addetti al video suggeriscano ai colleghi la scelta migliore. Fonte: CdS