Al Camp Nou hanno vinto soltanto cinque italiane e appena due in Champions League, ex Coppa dei Campioni: il Milan, in cui giocava anche Gattuso, nel 2000 e la Juve tre anni dopo. La sfida del quarto di finale giocata dai bianconeri a Barcellona il 22 aprile 2003 presenta un punto di contatto con la situazione del Napoli, perché anche Lippi aveva pareggiato in casa all’andata (1-1 subito in rimonta, come Gattuso). La differenza è nell’aspetto ambientale, perché al Camp Nou 17 anni fa c’erano anche centomila avversari sugli spalti, mentre sabato si gioca a porte chiuse. «Un vantaggio comunque relativo per la squadra ospite, come hanno evidenziato i risultati dei campionati dopo il lockdown», sottolinea Ciro Ferrara, un pezzo di storia del Napoli con 2 scudetti e la Coppa Uefa, opinionista di Mediaset e pilastro della difesa nella Juve di Lippi.
Che partita fu a Barcellona?
«Di grande e inevitabile sofferenza, decisa dal gol di Zalayeta a sei minuti dalla fine del secondo supplementare. Eravamo andati in vantaggio con Nedved, poi arrivò il pareggio di Xavi e ricominciammo daccapo. Furono decisive le straordinarie parate di Buffon e le mosse di Lippi».
Quali mosse?
«I cambi alla fine del primo tempo: Birindelli per Camoranesi e Zalayeta per Di Vaio. Birindelli fece l’assist e Zalayeta la rete della qualificazione alle semifinali. E i cambi possono aiutare sabato il Napoli, magari essere decisivi, a maggior ragione ora che ci sono cinque sostituzioni. Gattuso e i suoi uomini hanno una grande occasione».
Perché giocano in uno stadio vuoto?
«Non si punti l’attenzione esclusivamente su questo aspetto. Ci vorranno una grande determinazione e una buona dose di cazzimma al Camp Nou, con un ritmo molto alto per spezzare le trame del Barcellona. Non esiste l’avversario imbattibile. La pressione sarà tutta sul Barça, che dopo aver perso la Liga ha smarrito qualche certezza e ha fatto registrare più di un malumore nel suo ambiente. Servirà la gara perfetta da parte del Napoli, che ha comunque manifestato qualche problema, tra gol presi per errori e occasioni non concretizzate».
Al Barça basta lo 0-0.
«Ma non è nella sua cultura giocare per lo 0-0. Il Napoli può mettere in difficoltà i blaugrana tenendo un ritmo alto perché loro l’errore lo commettono dietro. Ricordate al San Paolo quante parate fece Ter Stegen? È quel Napoli che deve rivedersi al Camp Nou, con quella personalità, in particolare a centrocampo. Là davanti la velocità di Mertens e Callejon sarà un’arma preziosa».
Dice Gattuso: «Messi non riuscirei a fermarlo neanche alla playstation». E un grande difensore, che nella sua carriera ha marcato anche il compagno Maradona in Italia-Argentina, cosa suggerisce?
«Devi avere la fortuna di trovare il fenomeno in giornata no. Ma intanto devi essere impeccabile nella fase difensiva, con i centrocampisti che devono fare un grande lavoro sulle linee di passaggio per impedire i rifornimenti a Messi e lasciarlo in una zona d’ombra».
Ma è vero, come ha detto Lippi in una recente intervista al Mattino, che Gattuso è un suo allievo?
«Rino ha dimostrato che il suo calcio non è fatto soltanto di grinta e di grandi motivazioni. Ci sono qualità e padronanza del campo, come si è visto anche dopo il lockdown, a parte qualche pausa. E poi Gattuso ha un’ottima gestione del gruppo. Se un giocatore sbaglia in un comportamento, lui è disposto a fare un passo indietro, come è accaduto con Lozano o Allan, e a concedergli una seconda possibilità. Ma non una terza».
La sua ultima partita al Camp Nou è stata da allenatore della Sampdoria, quando vinse il Trofeo Gamper il 21 agosto 2012.
«Ma il Barcellona del povero Tito Vilanova, che sarebbe morto due anni dopo, schierò le seconde linee perché due giorni prima aveva giocato una partita di campionato. Certo, le seconde linee del Barcellona fanno sempre un certo effetto… Segnammo subito con Soriano, poi il Barça cominciò a bombardare ma non riuscì a fare gol. Messi e i suoi compagni avevano vinto per 5-1 la partita della Liga contro la Real Sociedad, tra i loro avversari c’era un attaccante giovanissimo. Mi impressionò anche se non segnò e dissi ai dirigenti della Samp di provare a tutti i costi a prenderlo».
Chi era?«Griezmann».
Fonte: “IL MATTINO”