Victor Osimhen non vive per il calcio, lo prende come un divertimento molto ben remunerato ma non una cosa che deve riempire totalmente la sua vita, anzi. La vita è ben altro. Non ha ancora 22 anni ma è come se ne avesse il doppio, perché di vite ne ha già vissute parecchie: cataclismi, lutti e delusioni l’hanno squassato e indurito, l’hanno reso uomo prima degli altri. L’infanzia a Lagos, in Nigeria, nella miseria più assoluta, poi la partenza per la Germania a Wolfburg, la solitudine, il passaggio allo Charleroi, le big che se lo contendono, il terrore per il razzismo, la scelta di andare al Lille e ora quella di venire al Napoli. La vita di Victor non è solo fatta di gol, anche se sono quei gol a portarlo qui, alla corte di De Laurentiis, l’acquisto più importante della storia del club azzurro. Ma quei gol non bastano a capire il ragazzo dai capelli tinti di biondo che prima di dire di sì ha voluto conoscere il suo allenatore e il suo presidente, li ha voluti guardare negli occhi, capire se qui a Napoli può avere quella famiglia di cui, probabilmente, ha ancora bisogno. Nonostante i sei fratelli e sorelle che lo accompagnano in ogni suo passo. Fonte: Il Mattino