Prof. Castellacci: “Il protocollo non è applicabile alla prossima stagione”

Il prof. Enrico Castellacci, presidente della Libera Associazione Medici del Calcio (LAMICA) e storico medico della Nazionale Italiana, è stato ospite del 15esimo appuntamento con #SportLabLive, trasmissione web in onda su sport-lab.it.

Salve prof. Castellacci. “Il protocollo attuale è inapplicabile per la prossima stagione”: cosa ne pensa delle parole del presidente Gravina? 

Negli ultimi mesi non siamo stati in perfetta sintonia col presidente Gravina, ma in questo caso gli do tutto il mio appoggio. Sarebbe problematico andare avanti con l’attuale protocollo, stilato in emergenza e in cui si prevede di fare tamponi ogni 4 giorni: sarebbe estremamente traumatico per i calciatori dal punto di vista fisico ed economico per le società. Gravina è stato anche tempestivo: è estremamente importante arrivare a settembre con le regole già definite.

Tecnicamente perché il protocollo attuale è inapplicabile?

I calciatori fanno i tamponi ogni quattro giorni e i test sierologici e questo è certamente traumatizzante sia a livello nasale che a livello oro-faringeo. Farlo una volta ogni tanto può andare, ma farlo, a 50 persone ogni quattro giorni, essendo un test comunque invasivo, può essere un problema dal punto di vista medico: se c’è la necessità si fa, altrimenti sarebbe assurdo. Poi, fare tamponi per un intero campionato pensate a quanto costerebbe ad una società…

Come bisognerebbe impostare il nuovo protocollo?

Bisogna tenere d’occhio la curva del contagio, perché se la contagiosità rallentasse cambierebbe anche il modo di impostare i controlli: servono protocolli elastici impostati per tempo, in modo da non farci trovare – come spesso accade – impreparati. Ci si deve mettere al tavolino e decidere: se il contagio è sotto al livello 1 si usa questo tipo di protocollo, sotto al livello 2 quest’altro e così via. Non si può fare un protocollo unico per il periodo da settembre in poi non sapendo a che punto sarà il contagio.

Cosa propongono i Medici del Calcio, associazione di cui lei è presidente?

Chiedono molta chiarezza e di venire interpellati in modo da poter dare la loro opinione che, di fatto, è fondamentale essendo una questione medica. Poi, chiediamo anche che vengano date le giuste attenzioni anche alla Serie B e alla Serie C, vista la differenza con la Serie A: speriamo di non avere le stesse problematiche avute nei mesi di precedenza, quando il tutto era stato equiparato…

Può fornirci un bilancio di questa Serie A in emergenza?

Secondo me è stato gestito male l’inizio con la stesura dei protocolli, ma alla fine si è trovato un giusto equilibrio. Fortunatamente l’accordo sulla regola sulla quarantena soft ha permesso – vedi il caso del Parma – di finire il campionato. Alla fine ripartire è stato soddisfacente, vederlo finire ancora di più.

Dal punto di vista medico quanto è forte l’ipotesi di riaprire gli stadi ai tifosi a settembre?

Non c’è alcun dubbio: secondo me bisogna riaprire gli stadi agli spettatori. Se ci fosse la razionalità e il buon senso giusto perché non far venire agli stadi i tifosi come si fa con gli altri luoghi di aggregazione?!

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