Intervistato in una trasmissione radiofonica toscana, Mattia Martini, manager di fama internazionale
ex Fiorentina, Verona, Brescia ed Atletico Madrid, si è espresso così ai microfoni riguardo alla
parità di genere nello sport e non solo: “E’ incredibile che nel 2020 in Italia ci sia ancora una discriminazione tra uomo e donna. E non solo nello sport: in ambito lavorativo spesso si chiede ai colloqui se una ragazza è sposata e convive, per far si di non assumerla per le probabilità di rimanere incinta, spesso la paga non è la medesima tra un lavoratore ed una lavoratrice ed inoltre siamo il paese delle “Quote Rosa”. Le stesse sono una
doppia e palese discriminazione: in primis mettendole si riconosce la condizione di svantaggio e di
disequilibrio sociale, in seconda battuta una persona deve conseguire obbiettivi e cariche perché è
brava e non perché è donna. Bisogna arrivare ad una parità di genere, bisogna rispettare la donna e valorizzarne i diritti. Tale situazione di oppressione si riflette pure nello sport, ambito nel quale tutte le atlete donne in Italia non sono professioniste e questo è inaccettabile. Vergognoso.”
Ha poi continuato: “Parlando del piano culturale, in Italia vi è una classificazione di genere nello sport, ma non solo, che inevitabilmente scade in stereotipi e pregiudizi. Da combattere e battere, da sradicare. Però,
oltre la volontà di noi tutti addetti ai lavori od appassionati, ci vorrebbero prese di posizioni da parte
del “Ministero dello Sport” (che attualmente non vede ministri con tale delega), “Della Istruzione” e
“Delle Pari Opportunità ”, al fine di educare le nuove generazioni al rispetto ed alla tutela dei ruoli e
della parità di genere.”
Chiudendo ha affermato: “Lo sport è sport: indipendentemente dall’essere uomo o donna, indipendentemente dal sesso”.
La Redazione