Gattuso non è sereno: “Il fuoco? Ma non a Barcellona, bisogna farlo prima”.

Il tecnico del Napoli ha visto la tecnica, ma non il fuoco nei suoi ragazzi

L’obiettivo è ritrovare l’identità e la fame. Il fuoco: «Ma non a Barcellona, bisogna farlo prima». Gattuso non è arrabbiato, ma di certo non è sereno. La sconfitta di ieri a San Siro con l’Inter, del tutto ininfluente sotto il punto di vista della classifica, rende ancora un po’ agitata la lunga viglia verso il Barça. E impone a Rino di insistere su due aspetti: «Bisogna buttarla dentro». E ancora: «Dopo la finale di Coppa Italia abbiamo perso un po’ l’anima: mi aspetto qualcosa in più dalla squadra». Anche dal punto di vista comportamentale: «Magari dormire un’ora in più e mangiare due ore prima: ma è soltanto un consiglio che do ai miei». Prezioso.

 

L’ANIMA. E allora, l’analisi di Gattuso. Che parte dal carattere e arriva all’aspetto tecnico: «In Champions sarà una partita diversa rispetto a quella con l’Inter: i nerazzurri sono più aggressivi dal punto di vista fisico, mentre il Barcellona palleggia molto bene. Noi, comunque, dovremo lavorare sotto un aspetto fondamentale: credo che in questo momento non serva soltanto la qualità, ma soprattutto l’anima. La parola anima non va sottovalutata: non esiste un interruttore che tu riaccendi alla vigilia degli ottavi, bisogna ritrovarla prima. Mi aspetto di più: da quando sono arrivato abbiamo toccato il fondo, poi siamo stati bravi a riaggiustare la stagione e siamo arrivati fino alla conquista della Coppa Italia. Poi ci siamo un po’ smarriti. Serve più anima e giocare come prima, con il coltello tra i denti».

I CONSIGLI. Dopo il Sassuolo, tra l’altro, Rino aveva anche evidenziato la necessità di condurre una vita un po’ più regolare: «Io ho soltanto detto che in questa città si sta bene, che Napoli è bella, e per l’ambiente che viviamo, con queste belle giornate, dobbiamo fare tutti un passo indietro: dormire un’ora in più, mangiare due ore prima… Non dico che i miei ragazzi debbano comportarsi come facevo io, da malato, senza sbagliare una virgola, ma se posso dare un consiglio mi metto a disposizione». E ancora: «In questo momento dobbiamo annusare il pericolo e dimenticare quello che abbiamo fatto: è vero che abbiamo vinto un trofeo, ma bisogna cancellare tutto e ripartire. Secondo me è un momento che stiamo sbagliando tanto sotto porta, se crei cinque o sei occasioni devi segnare, ma dobbiamo pensare da squadra: mi piacerebbe rivedere quello spirito che abbiamo avuto per tantissimo tempo. I tanti errori, probabilmente, stanno creando un po’ di malumore, ma non dobbiamo abbassare i ritmi: questa è una squadra che deve combattere in ogni momento e non chiacchierare quando uno sbaglia».

AREK E DRIES. A proposito di gol, attacco e attaccanti: «Milik non ha giocato una buona partita, mi aspettavo di più». Ha vissuto periodi decisamente migliori, certo. Con il Barcellona, comunque, toccherà a Mertens. E probabilmente a Callejon e Insigne: il tridente classico, facciamo anche storico dell’ultimo periodo. «Vediamo, mancano ancora un po’ di giorni e c’è prima l’ultima di campionato con la Lazio da giocare. Loro, comunque, sono tre giocatori che hanno dato tantissimo al Napoli, non lo devo certo dire io, ma più avanti faremo le nostre valutazioni”. Finale su Osimhen: «Parleremo di lui quando arriverà, ora è troppo facile».

Fabio Mandarini (CdS)

 

 

 

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