La Juventus, ieri, ha vinto il suo nono scudetto. In pratica non grazie a Sarri, scrive Tony Damascelli su Il Giornale. Il giornalista, come si suol dire, ci è andato giù “pesante” nell’ analisi del tecnico bianconero. Impresentabile, con “posture e vizi di linguaggio che non dovrebbero appartenere a un professionista e per di più responsabile tecnico della Juventus. Non è necessario fingersi lord o indossare giacca e cravatta ma un po’ di educazione, nel dire e nel fare, non sarebbe male”. Si legge ancora: “Lo dico chiaro e tondo: la Juventus ha vinto il campionato nonostante il suo allenatore, il quale ieri sera, in occasione di una delle pause della partita, non ha avuto nemmeno il coraggio di parlare con i suoi, ormai è un uomo solo e nemmeno al comando, così spento, così svuotato non di forze fisiche ma di tutto quello che dovrebbe invece drogarlo per questa impresa che non gli appartiene”. Sarri è arrivato a Torino con la missione di rendere il gioco della Juve più divertente, poi, però, “la presenza di un gigante come Cristiano Ronaldo gli ha imposto scelte diverse”. In più ha anche dovuto fare i conti con assenze importanti e con “l’involuzione di Gonzalo Higuain che era stato, invece, il viagra (uso termini che piacciono molto all’allenatore) dello stesso Sarri nel periodo napoletano”. Già quando arrivò alla Juve disse che i suoi schemi, quelli espressi sulla panchina del Napoli, “sarebbero stati possibili fino a tre quarti campo, da lì in poi ci avrebbero pensato Ronaldo, Dybala e Higuain. E così è stato, perché per vincere le partite e i titoli servono i calciatori e non soltanto gli allenatori, perché gli artisti cambiano la faccia di un incontro aspro. Sarri ha scoperto il paradiso che lui riteneva fosse inferno abitato da demoni che decidono il calcio. Ha capito con dodici rigori contro che anche a chi veste la maglia a strisce può capitare di trovarsi contro un Var o un arbitro. Si goda questo regalo e cerchi di buttare via quel mozzicone che lo fa sembrare un senzatetto anche screanzato. Ha una casa, di lusso, ha una testa e un passato professionale. Sia Maurizio Sarri, allenatore campione della Juventus campione d’Italia. Poi verrà la Champions league e sarà il tempo di altri pensieri e parole ma c’è odore di bruciato e non è incenso”.