V. Verona-Gubbio: Puntate anomale, ma l’arbitro si fa male!

Scommesse: sotto la lente degli inquirenti ci sarebbe una partita del girone B giocata a gennaio

Nati così i sospetti su V. Verona-Gubbio
Secondo Agatha Christie, la regina dei gialli “È bene sospettare di tutti, finché non si riesce a dimostrare che sono innocenti”. I suoi connazionali inglesi, però, hanno sempre fatto ampio uso del proverbio secondo il quale “Con cento sospetti non potrai mai fare una prova”. Nel calcio, squassato in passato e a più riprese da inqualificabili scandali, ogni spiffero scatena un brivido. E così succede che se un arbitro si fa male – e sulla partita che dirigeva sono state fatte puntate ritenute anomale – ecco che nasce il caso.


La sola gara interrotta per infortunio arbitrale nella stagione (perché di questo hanno parlato le prime voci al riguardo) è stata Virtus Verona-Gubbio del 12 gennaio scorso, fischietto affidato a Luigi Catanoso di Reggio Calabria. Sarebbe questo match a essere finito sotto la lente degli inquirenti. Tutto pare aver origine da una triangolazione. Il radar delle agenzie che monitorano le scommesse notano i flussi. La Procura federale recepisce l’input e lo gira alla Procura della Repubblica di Roma. È bene chiarirlo: al momento non risulta ci siano indagati o accuse specifiche, né che siano stati sentiti i tesserati. Soltanto una segnalazione di un flusso di puntate anomalo (si sussurra, anche qui senza conferme ufficiali, per la vittoria della squadra di casa o per il pari). L’unico dato atipico di quella partita è il fatto di essere stata interrotta al 34’ del secondo tempo per infortunio dell’arbitro.

 

La gara. Virtus a metà classifica, in quella 21ª giornata di gennaio nel girone B. In ambasce il Gubbio, penultimo ma agli albori di una poderosa rinascita – notevole il pari in casa del Vicenza pochi giorni dopo – con le redini in mano a Vincenzo Torrente. Nel primo tempo il Gubbio va in gol grazie a Juanito Gomez. L’arbitro accusa un fastidio alla caviglia, rientra nello spogliatoio per l’intervallo zoppicando, e fa presente alle due squadre la sua condizione prima di riprendere. Tenta il possibile, dicono i protagonisti di entrambe le sponde in campo, per resistere.

Ma al 34’ crolla. Soccorso dallo staff medico della Virtus, pure nei pressi della panchina del Gubbio ci si accorge che Catanoso non sta bene («Aveva la caviglia gonfia», confida qualcuno). Si ricorre persino a una infiltrazione, ma dopo circa 15’ bandiera bianca. L’arbitro esce in barella, in C non è previsto il quarto uomo (salvo nei playoff) che possa sostituire l’infortunato e quindi gara sospesa.

Meccanismo. Come detto, puntate anomale o meno, la gara non conclusa al 90’ invalida le giocate. Nessuno perde e nessuno vince, fra gli scommettitori. Assodato che a oggi non ci sono state audizioni per i tesserati, il solo motivo che si suppone possa aver innescato l’indagine è appunto la gara non conclusa al 90’ (lo è stato dopo 17 giorni, con la disputa degli ultimi 11’ più 5’ di recupero senza variazioni del risultato, 1-0 per il Gubbio).

Le indagini ci saranno e se non fosse sufficiente visionare le immagini con l’arbitro portato fuori dal campo in barella, sarà semplice farsi raccontare da chi gli ha prestato soccorso e da chi era vicino (giocatori, tecnici e dirigenti di entrambe le squadre) in quali condizioni fisiche si trovava.
E’ doveroso il rispetto per il lavoro, sempre delicato e prezioso, degli inquirenti. Per ciò che è stato possibile ricostruire l’infortunio sembrava chiaro; del resto, una infiltrazione non si fa su richiesta, il medico ha le competenze e la preparazione per stabilire se va praticata oppure no. Su Virtus Verona-Gubbio, per ora, non si può aggiungere altro. Fonte: CdS

 

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