Nel calcio italiano le bandiere sono merce rara, ma quando ci sono rappresentano la fortuna per il contesto sportivo ma anche umano. Una di queste è Francesco Totti che è fonte d’ispirazione per i giovani. Di questo ne abbiamo parlato con il direttore tecnico della società sportiva Totti soccer school Claudio D’Ulisse in un’intervista a ilnapolionline.com.
Ci parleresti del tuo nuovo ruolo all’interno della Società di Francesco Totti “Già a partire dalla stagione passata, sono entrato a far parte di questa splendida realtà come allenatore degli under 15 e da quest’anno ho accettato di ricoprire il ruolo di Direttore Tecnico. Mi occuperò essenzialmente del programma tecnico, mettendo a disposizione di tutto lo staff le mie esperienze passate molto legate alle metodologie di allenamento”
Per anni hai lavorato con diverse realtà giovanili nazionali, come formatore , nel progetto Coerver Coaching, come nasce l’idea di entrare direttamente a far parte di una società con un ruolo così di rilievo? “Ho girato l’Italia per divulgare la metodologia Coerver Coaching e questo mi ha permesso di accrescere giorno dopo giorno relazioni e competenze, la voglia di vedere sul campo i frutti di tanto lavoro, mi ha spinto a scegliere la società che per prima ha creduto nella mia figura. Il nuovo corso
della Totti Soccer School è frutto di un progetto ambizioso dove l’organizzazione e la struttura non
ha nulla a che invidiare alle più importanti società professionistiche, quindi la scelta per me è stata
facile.”
Avere tra le icone una figura come Francesco Totti, un campione assoluto, è fonte di ispirazione per le nuove leve della scuola calcio. “Francesco Totti è fonte di ispirazione per tutto il panorama del calcio nazionale e internazionale. Noi abbiamo la fortuna di rappresentarlo, questo ci deve far sentire orgogliosi, ma anche consapevoli che la responsabilità è alta. Un tecnico della Totti Soccer School deve avere
competenze , valori e professionalità.”
Quale il tuo primo obbiettivo di questa nuova avventura? “Crescere e far crescere”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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