Ibra è questo, prendere o lasciare. Un ruggito dietro l’altro, con la porta ancora aperta su un futuro al Milan. Lampi del vero Zlatan, anche dopo la lunga sosta e l’infortunio che ne ha rimandato il rientro. Ma la prossima stagione non è affatto lontana, per ponderare ogni decisione. «Non faccio promesse, bisogna parlare con Mino», ha detto ieri Ibrahimovic a Sky Sport. Riferimento al procuratore Raiola che ha in mano il tutto. Poi si naviga a vista. Con lo svedese che non ha affatto banalizzato le ultime settimane in rossonero. «Se sarò qui l’anno prossimo, dal primo giorno, sicuramente vinceremo lo scudetto. Non conosco Rangnick e non so se arriverà o meno».
A proposito, l’Ibrahimovic di dieci anni fa è quello che timbrava l‘ultima vittoria milanista al San Paolo. Da allora – e parliamo di un Milan avviato verso l’ultimo tricolore – la trasferta a Napoli è sempre stata un tabù. Ma adesso ci sono i margini per un’altra notte infuocata. In cui Zlatan andrà a cercare la sua terza rete di fila: dopo Lazio e Juve, sempre su rigore, anche il Napoli è nel mirino. Un tris consecutivo di gol a Ibrahimovic, in Europa, non capita dal 2016. Questa rincorsa milanista – a Ferrara, ad esempio, l’ingresso dello svedese nel secondo tempo ha prodotto il pareggio – ha l’effetto di una spruzzata di credibilità.
PROTAGONISTA
Da ribadire anche a Napoli, quella città che a Ibrahimovic poteva rubare il cuore. Un sogno (quasi) proibito, che lo scorso autunno è venuto a galla. Pensiero sospeso, lasciato a metà. Non come vuol fare Zlatan con il Milan, però. Lui di solito non svanisce sul più bello. Si sente leader e principale protagonista di una squadra che ha trasformato la fase di crisi in una risalita. Attende risposte decise e precise dalla società, su come impostare la prossima stagione. Il nuovo corso non dovrà procedere col freno a mano tirato. La progettualità prima di tutto. Ibra si farà bastare anche questo finale per le ultime risposte sul campo, prima di prendere una decisione. Fonte: CdS