Dopo pochissime ore a Dimaro, neanche il tempo dei saluti e Meret non c’è. Un problema fisico lo terrà via per diversi mesi. Non era cominciata benissimo la sua avventura in azzurro, ma adesso…
Cominciamo dall’inizio, Meret, così il lettore capisce: la sua Napoli è….? «Secondo giorno di allenamento, stiamo giocando una di quelle partitine che aiutano a smaltire la fatica e servono per prendere confidenza con le idee tattiche. C’è un pallone che arriva in verticale, per il taglio dell’esterno, io mi tuffo e… mi ritrovo in uno studio medico, per gli esami strumentali. Cinque mesi persi».
Venticinque milioni – e quel talento, il suo – spesso in panchina hanno rappresentato argomento di discussione mediatica. «Ma io devo provare sul campo a conquistare Gattuso. Siamo in tre e tutti molto forti, c’è una concorrenza leale e però comunque viva. Le prestazioni, in allenamento o in partita, indicano il più in forma».
Andiamo a domani, cioè al futuro: s’immagina una stagione da «precario»? «Mi rimetto alle decisioni della società. Io, ovviamente, spero di guadagnarmi lo spazio che voglio, ma dipenderà da me. Di una cosa sono sicuro: darò sempre il massimo e, se possibile, anche di più».
Perché restare a Napoli le piace… «E vorrei durare anche a lungo. C’è un ambiente ideale, in una città fantastica. Non potevo chiedere di meglio: clima, sentimento, natura, arte e pure la cucina, se permettete. E un club che ormai si è radicato in Europa, da undici anni. Che è sempre tra le protagoniste, anche quando, come stavolta, non ha cominciato benissimo».
CdS