Il Mattino – “Un brutto passo indietro, con il Barca serve altro!”

Il Mattino – Editoriale Nella partita tra le squadre più in forma del campionato si è divertita soltanto l’Atalanta. Settima vittoria di fila, ai nerazzurri sono bastati otto minuti in avvio del secondo tempo per chiudere il discorso col Napoli e salire a +15. Prima frazione in equilibrio, poi gli uomini di Gasperini hanno approfittato degli errori della difesa per segnare con Pasalic e Gosens, trascurati dai loro marcatori. L’Atalanta ha spinto forte sulla fascia destra schiacciando Mario Rui e si sa che quel lato è da tempo una lacuna per il Napoli, da risolvere nel prossimo mercato: De Laurentiis e il suo staff tengano in considerazione questa necessità, dopo aver posto le basi per il rinnovo del contratto del laterale portoghese, che da solo non può affrontare un’altra stagione.
Considerando il passo dell’Atalanta – la preparazione della squadra è da studiare: non risente del caldo, dell’umidità e degli impegni a distanza ravvicinata – era difficile immaginare che potessero riaprirsi i giochi per il quarto posto, però gli azzurri non sono andati oltre una buona organizzazione nel primo tempo, dove peraltro gli avversari si sono visti al tiro solo in un’occasione, con un perfido sinistro di Gomez respinto da Ospina, poi sostituito da Meret perché ferito alla testa. Le ripartenze e i tiri del Napoli non hanno punto l’Atalanta. Insigne si è sacrificato in difesa, abbassandosi fino alla sua area, ma in avanti non si è visto; Mertens non è mai riuscito a saltare l’avversario. Senza il loro contributo è difficile poter immaginare di riuscire a fare risultato su un campo simile. E probabilmente non è stata casuale la doppia sostituzione decisa da Gattuso sullo 0-2, quando ha tirato fuori i due piccoli e ha inserito Milik e Lozano, alla terza presenza consecutiva. Ai nomi, a una fascia da capitano e a un record di gol il tecnico non presta attenzione.
L’allenatore ha provato a dare la scossa alla squadra, dopo l’uno-due piazzato dall’Atalanta, e in effetti gli azzurri sono un po’ cresciuti di tono, con Lozano che sul lato sinistro si è fatto apprezzare per alcuni spunti, a conferma di una qualità inespressa nella prima stagione napoletana. Nullo invece Milik, che da tempo ritiene di aver chiuso la sua esperienza azzurra. Le palle gol più pericolose le hanno avute Fabian, il messicano e Koulibaly (la rete di Arek annullata per fuorigioco). È stato poco, comunque, per provare a riaprire il confronto contro un avversario che ha tranquillamente gestito il vantaggio conquistato appena ha alzato il ritmo. L’ultima sconfitta degli azzurri risaliva a inizio febbraio, quando vi fu l’inattesa caduta casalinga contro il Lecce. Da fine gennaio, il Napoli non appariva così in difficoltà. Quella tenuta difensiva che gli ha consentito di salire al sesto posto e di conquistare la Coppa Italia è venuta meno proprio a Bergamo, dove massima sarebbe dovuta essere l’attenzione contro avversari aggressivi e bene organizzati. Sfumate le pochissime chance di rientrare in corsa per il quarto posto, Gattuso dovrà lavorare in chiave futura. Da un lato la preparazione della sfida Champions a Barcellona, contro una grande squadra che vive giorni turbolenti per i rapporti interni, e dall’altro l’analisi della rosa, in particolare di quei giocatori – Lozano – che sono stati poco utilizzati e meritano attenzione. Si deve migliorare la squadra perché un progetto – lo conferma l’Atalanta – non nasce in poche settimane. Gattuso ha già fatto tanto con i suoi uomini portando a casa la Coppa Italia (e ha restituito compattezza a una squadra che aveva perso identità), poi c’è il discorso della crescita tecnica che si può raggiungere anche attraverso il mercato. Quest’ultima fase della stagione è particolare, complessa nella sua gestione, ma la personalità di una squadra deve comunque vedersi: il Napoli ieri non era quello coraggioso che aveva sfidato Inter e Juve. E Gattuso, che sa pesare le parole, ha sottolineato che la sua squadra deve avere sempre una mentalità vincente. È con questa, soltanto con questa, che si può tentare di saltare l’ultimo ostacolo, la sfida a Barcellona dell’8 agosto che può rendere storica la stagione: mai gli azzurri si sono qualificati ai quarti di Champions League.
A un mese dalla fine del campionato (2 agosto) il Napoli ha intanto accelerato sulla trattativa Osimhen, che in 48 ore ha visitato la città e ha incontrato gli uomini più rappresentativi del club. È questo giovane e veloce nigeriano l’obiettivo per rafforzare la prima linea e condividerne il peso con Mertens nella prossima stagione. C’è da affrontare il discorso economico col Lille, però ci sembra che da parte di De Laurentiis vi sia la ferma intenzione di concludere questa trattativa per rendere il Napoli più competitivo e in grado di sferrare l’assalto alla Juve (ma anche alla Lazio e all’Inter) nel prossimo campionato. Certo, una distanza di 20 milioni tra la richiesta del club francese e l’offerta di quello azzurro è rilevante ma è importante avere in pugno l’impegno di questo promettente attaccante, che ritroverebbe a pochi chilometri, a Benevento, l’ex compagno Remy. Dopo tre anni vi saranno due campane in serie A, con i giallorossi che l’hanno riconquistata con 23 vittorie in 31 partite. La prima esperienza per i sanniti si concluse malissimo nel 2018, di fatto retrocessi già nel girone d’andata. Quell’annata è stata un’utile esperienza per capire che va migliorato il tasso tecnico e aggiunta una dose d’esperienza per conquistare la salvezza. Francesco de Luca (Il Mattino)

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