Calcio femminile e sostenibilità: la sfida di Calcagno

Per il presidente dell'Aic il calcio femminile deve avere la giusta considerazione

ASSOCALCIATORI IL VICEPRESIDENTE spiega il suo programma VERSO LE ELEZIONI

«I calciatori, nel periodo dell’emergenza, hanno dato un grande esempio di professionalità e dobbiamo ripartire da qui». Umberto Calcagno non ci sta a far passare gli atleti da privilegiati, come vengono generalmente considerati, e difende a spada tratta la categoria motore del sistema. Il vice presidente dell’Assocalciatori, di fatto, parla già da presidente anche se il suo attualmente è solo un ruolo da traghettatore. Damiano Tommasi si è dimesso lunedì, ma le votazioni per scegliere il suo successore si sarebbero tenute a fine aprile se non ci fosse stata la pandemia. Da tre giorni il processo è tornato improvvisamente ad accelerarsi, anche se la data per le nuove elezioni (previste tra la fine di settembre e la fine di ottobre) non è stata ancora ufficialmente fissata. Da regolamento vanno convocate con 60 giorni d’anticipo.

DIMISSIONI. L’addio di Tommasi – che qualcuno valuta come determinato anche dalle incomprensioni in seno al consiglio direttivo – ha scosso il sindacato ma, di fatto, il mandato era giunto al termine e i due sfidanti per la successione, il campione del mondo Marco Tardelli e lo stesso Calcagno, da mesi sono in piena campagna elettorale scambiandosi accuse e controaccuse. Dopo le fatiche del lockdown – dalla richiesta di fermare il campionato a marzo alla voglia di riprendere, passando per il taglio degli stipendi e gli orari delle partite (l’Aic ha preteso di non giocare i campionati di pomeriggio a causa del caldo) – ieri il presidente ad interim è intervenuto ai microfoni di Radio Punto Nuovo.

PARLA CALCAGNO. «Concorro per il prossimo quadriennio – ha ricordato – Dobbiamo tenere assieme tanti mondi diversi, il nostro modo di operare è cambiato rispetto a quando c’erano solo i professionisti con noi. Abbiamo tante scadenze, guardando alle tutele per chi vive di sport, per dilettanti che sono professionisti di fatto».

Calcagno, da anni, ha a cuore i diritti del calcio femminile, insieme al quale ha sostenuto le prime battaglie in tempi non sospetti. Poi sono arrivati il boom mediatico del Mondiale 2018, gli investimenti dei club di Serie A maschili, la forte opera di sensibilizzazione delle calciatrici e, giusto la scorsa settimana, una promessa arrivata dalla Federcalcio al termine di un consiglio federale nel quale è stato stabilito che il professionismo in rosa si farà dalla stagione 2022-23. «Dobbiamo tutelare il mondo delle ragazze che sono professioniste di fattoha ribadito Calcagno, che aspetta a cantare vittoria – c’è la nuova sostenibilità dei campionati e che non riguarda solo le squadre ed i calciatori. Assieme alla Lega Pro ed al mondo dilettantistico dobbiamo capire come procedere».  

SUPER CHAMPIONS. Dialogo con le componenti e diritti da riconoscere: sembrano queste le due strade da seguire. La prossima idea, invece, è già sul tavolo: «Dobbiamo riflettere sulla nuova Champions e parlare di una competizione che si gioca nel weekend e quanto cambierebbe un format con 14 gare e non 6 per le squadre che vi prendono parte». Sarebbe una sorta di “Super Champions”, con un numero maggiore di squadre e di partite. Una rivoluzione totale se pensiamo al calendario a cui siamo (o eravamo) abituati. Senza dimenticare che, spiega Calcagno, «bisogna tutelare gli sportivi e non solo gli interessi economici».  

Giorgio Marota (C dS)

 

 

 

 

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