A B B R A C C I A M E
È il tempo che s’è fermato e sembra di restare sospesi in questi sette anni che, nel loro piccolo, hanno scritto la Storia: ma quando Napoli-Spal viene congedata, nel vuoto del San Paolo sfilano via le immagini di un’epoca che gli è appartenuta e che resterà lì, impressa nella memoria: duecentonovanta gol in tre, giocherellando come fanciulli nel cortile dei sogni, e inseguendo un orizzonte che però sa di utopia, però lasciando ancora l’immagine gioiosa di sé con quel «terzetto» che riempie le notti di fantasia. Mertens è a centoventitré gol, Callejon è a ottantuno, Insigne li osserva – «maledice» il Var che gli cancella la sua ottantasettesima rete – e se li coccola con quello sguardo carezzevole, perché ci sarà un momento, presto o tardi, che vivranno nel limbo dei ricordi. Napoli-Spal è una rappresentazione teatrale d’un calcio che «quei tre» hanno stampato nella loro testa ed hanno trasmesso a chiunque gli stia al fianco: segnano (quasi) sempre a modo loro, di furbizia e d’intelligenza, di intuito e con leggiadria, e da questa «Accademia della Crusca» del football, viene fuori una lezione a tratti sontuosa, in altri perfetta e soltanto per un po’ – perché pure i letterati ogni tanto amano lasciarsi andare – esibita con sufficienza. Fonte:; CdS