Bianchessi: “Petagna? Lo presi a 14 anni, lo chiamavo mulo…”

A Radio Marte nel corso della trasmissione “Si gonfia la rete” di Raffaele Auriemma è intervenuto Mauro Bianchessi, attuale responsabile del settore giovanile della Lazio che dal 2007 al 2017 ha ricoperto la medesima carica al Milan e prima ancora all’Atalanta.

Gattuso sugli scudi?

“Secondo me bisogna analizzarlo sotto due aspetti. Innanzitutto parliamo di un uomo vero, una persona un po’ all’antica, che quando ti dà una stretta di mano vale più di centomila firme. Uno che parla chiaro e quindi sarà sempre amato da chi gli sta attorno e in primis dei suoi calciatori. Poi c’è il professionista. Un allenatore che si è fatto la gavetta, che si è preso anche qualche piccola bastonata in testa, che serve sempre. Al Milan ha fatto benissimo, non tutti lo capirono e probabilmente ora qualcuno lo rimpiange. Bravo il Napoli a prenderlo e a portarselo a casa. Lui i giocatori li trascina, per forza di cose poi arrivano anche i risultati”.

“L’ho sentito recentemente per via di un brutto momento della sua vita, poi gli ho mandato un messaggio per complimentarmi con lui per la vittoria della Coppa Italia. Quando si subentra in una situazione di difficoltà in cui bisogna conoscere l’ambiente, rimettere assieme i cocci e ricostruire la squadra, serve grande carisma e lui ha queste caratteristiche, farà strada e vincerà, porterà il Napoli a tanti successi. Gattuso è un uomo che parla chiaro, in faccia, e si fa amare dai propri giocatori. Lo seguiranno fino alla morte perché è onesto, sincero e competente. Non c’è un grande professionista se dietro non c’è prima un grande uomo”.

Petagna?

“Io lo chiamavo il mulo, lo presi a 14 anni. Nel settore giovanile ha fatto fatica perché aveva una struttura fisica molto imponente. La gavetta che poi ha fatto all’Atalanta lo ha fatto migliorare tanto. E’ uno di quegli attaccanti che per struttura escono tardi, però se si guarda l’analisi gol delle ultime stagioni e il livello delle squadre con cui ha giocato, lui ha una media reti molto importante. Si tratta di un attaccante vecchia maniera, tiene palla e ti fa respirare, è migliorato anche sul colpo di testa. Visto che il Napoli si è mosso con largo anticipo, se si adatta bene in un ambiente particolare come quello azzurro sicuramente può essere un’arma diversa dai giocatori con le caratteristiche che ha oggi il Napoli. Parliamo di un giocatore che se gli capita una palla gol difficilmente la sbaglia”.

Gasperini e Gattuso simili nel modo di lavorare?

“Sì, insieme a Mihajlovic per tanti versi si assomigliano. Sono gli allenatori che hanno più fame oggi, secondo me, in Serie A. Poi ognuno ha una squadra e delle componenti diverse e stanno facendo tutti bene. L’Atalanta vola, giocarci contro è difficile. Hanno meno giocatori del settore giovanile in rosa però ottengono i risultati. Gattuso è appena arrivato, sta facendo bene ma secondo me il meglio di Gattuso deve ancora venire”.

Kessié?

“L’ho visto crescere nell’Atalanta, è arrivato tardi perché ha giocato difensore centrale nell’ultimo anno di Primavera. Poi è andato fuori, è tornato e ha fatto la strada che ha fatto”.

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