Questione “palestre”. La Federazione Italiana Pallacanestro prende posizione in modo fermo attraverso le parole del presidente Gianni Petrucci: «L’impossibilità di utilizzare le palestre scolastiche per l’associazionismo di base è un problema drammatico. Siamo all’anno zero, non si sa niente. Capisco che il problema non è facile, ma ci devono dire qualcosa: non possiamo più essere lasciati in mezzo al guado. Qui in Federazione stiamo ricevendo tante telefonate, ma la verità è che non abbiamo alcun potere sull’utilizzo o meno delle palestre scolastiche».
Un problema che si aggiunge a quello della mancata ripartenza per gli sport di contatto. «Su questo tema ci siamo trovati d’accordo sia con il presidente della FIPAV, sia con quello della FIGH. Non capisco come il Comitato Tecnico Scientifico possa fare una distinzione tra il calcio professionistico e le altre discipline. In questa situazione devo ringraziare il ministro Spadafora perché sta difendendo le tante realtà del mondo dello sport».
Un motivo per cui solo il calcio è ripartito potrebbe essere la presenza di un protocollo così rigido che in altri contesti non sarebbe applicabile? «Io vengo dal mondo del calcio e so bene come funziona. Se questa è la motivazione, che ci propongano un protocollo e poi diremo noi se saremo in grado o meno di osservarlo. Il Ministro Spadafora ha fatto bene a sottolineare che queste decisioni spettano al Governo».
La FIP ha deciso di sospendere prima del tempo la stagione sportiva 2019/20, annullandola. Rifarebbe la stessa scelta? «Con tutto il rispetto, il problema è stato sollevato solo da una società con la piccola aggiunta di un’altra. A posteriori uno può dire qualsiasi cosa, ma in quel momento la nostra decisione è stata condivisa da tutti senza alcuna polemica. Quando si hanno delle responsabilità, si deve decidere. Noi lo abbiamo fatto e siamo stati lodati da tutti. La NBA è ripartita e ora vediamo quali problemi sta affrontando».
Il rischio di una Serie A a 17 se non addirittura a 15 squadre per la stagione 2020/21, è concreto. «Era prevedibile. Stiamo affrontando un momento drammatico, in cui è normale pensare prima alla propria azienda e poi al basket. Quello che sta accadendo in A, però, non è fortunatamente accaduto in A2, che ha fatto registrare tante richieste di iscrizione, e in B. Confidiamo nel Credito di Imposta, una strada che le tre leghe di basket, la Lega Pro di calcio e la pallavolo stanno seguendo».
L’idea di far realizzare al Politecnico di Torino delle mascherine da gioco è ancora al vaglio? «Mi auguro che in estate si potrà giocare all’aperto, nei 3×3 o nei centri estivi, senza mascherine. Solo in caso contrario valuteremo l’ipotesi delle mascherine che sta studiando il Politecnico. Ma in campionato si giocherà al 100% con il viso libero».
La ripresa della stagione sportiva sarà a porte aperte?«Mi auguro che il calcio farà da apripista. L’auspicio è che si possa giocare a porte aperte. Oggi abbiamo due crisi in Italia: una legata alla malattia e una economica. Sta nella capacità di chi ci governa contemperare le due esigenze, ricordando che la prima è sacrosanta ma anche la seconda può mettere in ginocchio un Paese».
La FIP da dove ripartirà? «Dalla Nazionale. Sono troppi anni che non saliamo sul podio. C aspettano tre preolimpici, due nel 3×3 femminile e uno per la Nazionale maggiore. Ci proveremo».
Lardo è il nuovo allenatore della Nazionale femminile. «Conosco Lardo da tanti anni. E’ un coach che ho sempre apprezzato per la compostezza, l’immagine e il carisma. Mi sono arrivati tanti messaggi, tutti a favore di questa decisione».
Sacchetti, ct dell’Italia maschile, è invece approdato alla Fortitudo. Con lui Bologna è davvero tornata ad essere Basket City? «Assolutamente sì. Magari, per rispetto nei confronti del ct, prenderò qualche fischio in meno quando arriverò a Bologna…».
Fonte: CdS