Il calcio femminile si è fermato, a causa della pandemia, ma ha voglia più di prima di ricominciare. Le squadre si preparano in vista della prossima stagione, molto probabilmente il mese di Agosto, in vista anche delle gare dell’Italia. Ilnapolionline.com ha intervistato il difensore della Florentia Michela Rodella
Da poco hai rinnovato con la Florentia, sarà il quarto anno in Toscana, prime sensazioni. “Sono contentissima di essere stata riconfermata, sento la fiducia della societa e dello staff tecnico, fiducia che è sicuramente ricambiata da parte mia! La Florentia San Gimignano è una realtà consolidata grazie al nostro presidente Becagli, con un progetto solido, definito ed organizzato che nulla invidia alle grandi squadre legate al professionismo maschile. Non posso che essere orgogliosa di indossare nuovamente questa maglia”.
Dopo la Fiorentina, un altro club toscano, è una Regione che ti ha colpito, quasi una seconda casa per te. “Come già ribadito in altre occasioni, la Toscana è per me casa. Sono ormai anni che vivo in questa regione bellissima che ogni giorno si fa scoprire! Qui ho messo una parte delle mie radici, vivendo uno dei periodi migliori dal punto di vista sportivo, ma anche costruendo rapporti umani di valore”.
Secondo te il mondo del calcio verso il movimento ha perso una grande occasione per la definitiva crescita? “Secondo me non c’erano le condizioni adeguate ad una ripartenza, è stato giusto sospendere e concentrarsi sulla nuova stagione alle porte, con la speranza che porti le innovazioni che meritiamo”.
Siete una delle due squadre ad aver bloccato la Juventus Women’s, mi racconti quel match dal tuo punto di vista? “Che partita!! Emozionante il solo ricordo. È stata una bella soddisfazione, personalmente ricordo una grande concentrazione, attenzione e determinazione sia nei contrasti che nelle disposizioni tattiche mie e delle mie compagne, per non parlare del pubblico sugli spalti…indimenticabile quella giornata! Una gran fatica fisica ma ampiamente ripagata al fischio finale!”.
Fonte: foto Fabio Cittadini
Intervista a cura di Alessandro Sacco
RIPRODUZIONE RISERVATA