Come eccellenza dell’Università di Firenze era diventato nostro testimonial in occasione delle Universiadi di
Napoli del 2019: tutti 30 e Lode o quasi in magistrale al dipartimento di “Lettere e Filosofia”, una carriera da
manager che lo ha visto trionfare in Italia al Brescia con la Supercoppa Italiana, come vincere la Liga con
l’Atletico Madrid, entrando nella storia del club colchonero per la migliore stagione in assoluto.
Adesso Mattia Martini sta preparando la sua tesi sul filosofo francese Michel Serres ed i “quasi-oggetti”,
collegando tale tema al calcio femminile ed alla mancanza dello status professionistico. Un elaborato inedito
questo e che, a livello italiano, si presenta unico nel proprio genere.
Martini, come è nata questa sua idea di tesi magistrale? “Lo stimolo a preparare un elaborato finale di puro stampo filosofico è stato proposto a me dalla docente universitaria e dottoressa Orsola Rignani, la quale su Michel Serres ha impostato il corso di “Storia della Filosofia”, che ho seguito e sostenuto in esame finale. Successivamente ho voluto dargli un taglio personale ed accattivante, unico nel suo genere in Italia, collegando i “quasi oggetti” trattati nel testo “Il parassita”, ossia oggetti che creano mondi altri, come il pallone che crea il “mondo del calcio”, al calcio femminile”.
Interessante, può approfondire? “A partire dal “quasi oggetto” che è il pallone parlerò del calcio femminile, come mondo che ha trovato il suo sviluppo e la sua ragion d’esistere nella sfera e lo collegherò al problema più sentito ed attuale della parte in rosa: la mancanza di status professionistico, che è una vera e propria discriminazione di genere”.
Università di Firenze e capoluogo toscano che riflettono un umanesimo che è stato alla base dello sviluppo culturale della “Culla del Rinascimento”. Cosa ti mancherà al termine di questo percorso magistrale? “Probabilmente, dato il mio voler proseguire con un’altra laurea in psicologia, a livello fisico e di percezione non avrò nostalgia, ma mi mancheranno i rapporti quotidiani con alcuni docenti che in questo percorso mi hanno arricchito a livello non solo scolastico-universitario ma pure umano: la docente e dottoressa Orsola Rignani la ringrazierò sempre per la stima riconosciutami per avermi sostenuto in questo elaborato di tesi, supporto importante, ma non dimentico anche i docenti e dottori Alberto Peruzzi e Ubaldo Fadini, ambo filosofi, il primo di cui ho avuto l’onore di partecipare al suo corso di “Teorie della Conoscenza” ed il secondo di cui ho avuto l’onore di partecipare ai suoi corsi di “Etica” ed “Antropologia filosofica”, sono
persone a cui tengo ed a cui voglio porgere i miei più sentiti ringraziamenti”.
La Redazione