ESCLUSIVA – Paolo Bargiggia (Mediaset): “Gattuso? E’ riuscito ad entrare nella testa del Napoli, De Laurentiis ha saputo scegliere”

All'interno l'intervista al collega ed esperto di mercato di Mediaset

A Napoli non si è ancora spento l’eco della finale di Coppa Italia vinta ai danni della Juventus, che c’è da chiudere ancora meglio la stagione. Gattuso ha fatto un lavoro di testa, anche la società ha saputo muoversi nei tempi giusti, dopo un periodo non facile tra campo e non. Ilnapolionline.com ha intervistato il collega di Mediaset ed esperto di calciomercato Paolo Bargiggia.

Come nasce la tua passione per il giornalismo e se ti sei sempre occupato di calciomercato? “La passione per il giornalismo nasce da ragazzo, praticando come sport agonistico che era il tennis. Però sin da quando avevo intorno ai 15 anni ero affascinato dalle storie che riguardavano i personaggi dello sport, al di là della disciplina in questione. Mi incuriosivano le storie dei campioni dello sport come Borg, Magic Jonhons, Panatta, Jordan, il calcio quando l’Italia vinse il mondiale dell’82 quando all’epoca c’erano tanti campioni italiani. Da piccolo mi ritagliavo le pagine della Gazzetta dello Sport. Quando sono cresciuto non mi perdevo una puntata della “Domenica Sportiva”, poi si è tramutata in passione. Poi mi sono laureato in Scienze Politiche all’Università, si è tramutata nel tentativo di fare questo mestiere, mi misi a scrivere delle lettere da tifoso per un giornale locale di Pavia, criticando la gestione dell’allenatore dell’epoca della squadra di basket locale l’Annabella Pavia. Mi resi conto che quelle lettere avevo colpito nel segno e fecero arrabbiare l’allenatore che mi volle parlare e da quell’episodio nacque da osservatore critico e da opinionista in piccolo, da questi episodi, nacque la passione per questo mestiere. Ho scritto per il Corriere dello Sport, per me è stata una grande palestra per imparare questa professione e da 25 anni sono a Mediaset. Il calciomercato? Me ne sono occupato sin da subito, fu per caso, ma già quando ero al Corriere dello Sport, mi chiesero di occuparmi della sessione estiva del mercato, nel 1990 a Milanofiori, iniziai ad occuparmi della serie C, conoscendo addetti ai lavori, direttori sportivi ed ho imparato dai grandi della professione”.

Secondo te ora con l’arrivo dei social, quanto ha migliorato secondo te la figura del giornalista? “L’avvento dei social, se inizialmente aveva la funzione di avvicinare più persone al mondo dell’informazione sportiva e non, io temo che ora tutto questo abbia demoralizzato la nostra categoria. Il motivo? Forse non si è fatta più quella ricerca delle notizie, i contatti con le fonti, i profili social hanno distanziato sempre più. Prima con i calciatori li seguivi da vicino, io ad esempio lo facevo con l’Inter di Ronaldo, gli potevi parlare ogni momento, adesso questo non accade. Anzi questi strumenti sta “ammazzando” la nostra professione in generale, riportando le parole dei protagonisti, attraverso i profili social. Purtroppo non li intervisti dal vivo, ma fai soltanto un copia e incolla. Questo tipo di informazione a livello digitale, manca di qualità, di requisiti fondamentali, per dare un servizio interessante a chi la segue. Adesso la nostra professione è quasi svilita, gli stipendi non sono quelli di prima e gli editori sfruttano la questione dei social per dare meno soldi. Anche il calciomercato è la stessa cosa, non si va direttamente alla fonte per portare notizie, come faccio io e altri colleghi, ma si professa grandi esperti. Ad esempio fui il primo a dare la notizia dell’addio di Higuain dal Napoli, oppure che non c’era più quel feeling con Ancelotti e alla lunga ho avuto ragione”.

Il Napoli ha vinto la Coppa Italia, grazie anche a mister Gattuso. Dove i suoi meriti e cos’ha sbagliato il precedente allenatore Ancelotti? “Mercoledì sera su twitter l’ho scritto, il merito del mister è quello non solo di aver dato solo insegnamenti tecnici e tattici, il gioco è piuttosto semplice, basandosi sulle caratteristiche dei calciatori, un merito non da poco. Lui è realmente riuscito ad entrare nella testa della rosa del Napoli, ha fame, molte motivazioni, vista anche la giovane età, stesso accadeva quando era in campo. Al giorno d’oggi non è semplice entrare nella testa dei calciatori, non una generazione semplice quella attuale, per empatia e il lato psicologico. La svolta non è stata solo questa, ma anche il punto di non ritorno con Ancelotti, per la questione ammutinamento e le multe. Da una parte la squadra che si rifiutava di andare in ritiro e la società dall’altra. De Laurentiis ha fatto un passo indietro, come detto nell’intervista alla Rai, ora il Napoli e Gattuso sono diventati una sola cosa. Ti dico di più, forse in quel periodo di pandemia, il presidente ha dato al mister la possibilità di gestire il gruppo. Senza dimenticare che anche il d.s. Giuntoli ha dato il suo contributo, è un ottimo uomo di campo. Ultima cosa è che De Laurentiis ha fatto un’ottima mossa confermando Mertens, strappandolo all’Inter che è stata vicinissima ad acquistarlo. Un retroscena che nessuno sa è che ha dato più soldi rispetto a quelli che doveva dargli, pur di trattenerlo, ma alla fine per me ha fatto bene, come dare pieni poteri agli uomini di campo, davvero due ottime mosse”.

Oltre Gattuso c’è anche Simone Inzaghi che sta facendo benissimo alla Lazio. Te lo aspettavi fino a questo punto? “Gattuso e Simone Inzaghi, con esperienze e idee tattiche diverse più a favore del tecnico della Lazio, ma entrambi rappresentano il nuovo che avanza. Simone Inzaghi piaceva alla Juventus, perciò non è una novità che stia facendo bene, Gattuso può percorrere la strada intrapresa dal mister della Lazio e fare la differenza. Antonio Conte? Ottimo allenatore, ma forse fa troppe pretese alla società, molto intransigente, poco duttile e con idee tattiche con poche alternative, soprattutto in Europa, dove non si riesce ad imporre. Per quello che guadagna, non riesce ad entrare nella testa, come Gattuso e Simone Inzaghi. L’allenatore del Napoli, tra l’altro non è un nuovo a livello di altruismo, visto che ne fece quando era al Milan, questo è un fattore che i calciatori non dimenticano e si butterebbero anche in mare pur di seguire i tecnici”.

La vittoria della Coppa Italia, potrebbe far cambiare al Napoli per le strategie dii mercato, oppure no? “Chi conosce il presidente del Napoli, De Laurentiis ha sempre puntato nei giovani, come filosofia da parte del club azzurro. Trovare calciatori forti e in prospettiva, per poi venderli, ammortizzando nel tempo. Dalla sfida contro la Juventus, ormai è chiaro, quasi scontato l’addio di Callejon, non è un mistero che piace Boga del Sassuolo. Anche per Milik, non credo ad un rinnovo del contratto, perciò si cercherà di venderlo al miglior offerente. Al suo posto arriverà una punta, ma sono certo che la rete di osservatori guidata da Giuntoli, saprà come muoversi. Si parla anche di un esterno di difesa, ma questo se dovesse essere ceduto qualcuno”.

Dopo il rinnovo di Mertens, quali saranno i prossimi in dirittura d’arrivo? “Come detto prima credo che alcuni sono in dirittura d’arrivo, ma finchè non ci sono gli annunci, bisogna attendere. Ora Gattuso credo che continuerà a lavorare nella testa dei calciatori fino alla fine della stagione. Su Callejon detto già che probabilmente andrà via, in teoria anche Milik, ma c’è una precisazione da fare. Il Napoli una proposta gliel’ha fatta, ma il polacco attende se dovessero arrivare offerte ancora più vantaggiose. Il rigore segnato in finale potrebbe cambiare la cose, staremo a vedere”.

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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