Il discorso a centrocampo e la sua prima telefonata, De Laurentiis racconta del post gara

Il presidente svela u retroscena sul post-gara di Napoli-Juventus

Da quel passato rovinoso del 2004: sono volati tre lustri e oltre dalle notti terribili del fallimento, sarebbero tanti eppure sono niente, perché ormai da undici anni c’è un’Europa che spalanca le proprie braccia al Napoli. De Laurentiis racconta al CdS:

Fotografie di una serata indimenticabile: la prima telefonata?  «Mi pare di ricordare Claudio Lotito, doveva essere mezzanotte. Poi ho chiuso il telefono e stranamente ho dormito sino alle nove, io che alle sei sono già sveglio».

S’è battuto perché il calcio riapparisse sulla scena. «A un certo punto eravamo rimasti io, Gravina, che ha lottato strenuamente, Dal Pino, Lotito e pochi altri. Una minoranza. Come se il calcio fosse nostro. Lo abbiamo difeso perché è di tutti, anche se non tutti l’hanno capito in fretta. Dietro i volti dei giocatori famosi, c’è altro: questo è un gioco meraviglioso, bellissimo, che ha avuto la forza di unire. La Coppa Italia ha rappresentato uno spot e forse, per certi versi, pure un’occasione mancata per riaprire a un numero contenuto di spettatori. Ipotesi che spero venga accolta in fretta, magari anche dal primo luglio, compatibilmente con il miglioramento della situazione generale». 

La squadra che l’applaude al centro del campo, chiude un periodo complicato. Potrà svelare adesso il contenuto di quel discorso. «Visto che non siete riusciti a registrarlo, potrei tacere. Non ho fatto nulla di eclatante, ho solo ribadito che manterrò una promessa: pagare lo stipendio di marzo che, come si sa, è ancora bloccato da norme vincolanti e da accordi generali da trovare. E poi penserò a qualcosa di simbolico, che resti come ricordo». 

Antonio giordano (CdS)

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