«Famolo strano»: e per restare dentro ad una storia, che però ha qualcosa di cinematografico e non solo di calcistico, Aurelio De Laurentiis ha lasciato che tutto accadesse quando nessuno l’avrebbe sospettato. Ma chi se ne frega della scaramanzia, dev’essere materia da provinciali (avrebbe detto Adl una volta, sorridendo sotto la barba): perché stavolta, invece, ci sta benissimo l’annuncio in un 17 giugno che non può essere considerato un giorno qualsiasi. Quando Napoli-Juventus sta diventando, emotivamente, una palla di fuoco che divora l’anima, il futuro ha la faccia di uno scugnizzo che alla scenografia ha contribuito a modo suo, preparando un filmato «strappalacrime» per Facebook, e si porta con sé una scia di lacrime che sembra sgorghino dai pc, dai tablet, dagli smartphone che compulsivamente sfornano like non appena De Laurentiis twitta leggero: «Felice di stare insieme ancora a lungo. Evviva Dries».
E allora, si riparte: e per almeno due anni (quindi fino al 2022), ma con l’opzione per il terzo, alla modica cifra di quattro milioni netti a stagione, con un bonus di due milioni e mezzo alla firma e una serie di premi personali, quest’«arzillo» monello di trentatré anni si tiene Napoli tutta per sé e continua a sedurla con quello sguardo «assassino» ed una languida video-lettera che via social spacca i cuori, mentre alle sue spalle si scorgono il Golfo e il Vesuvio: «Napoli, ancora non ci posso credere. Dal primo giorno che sono arrivato mi hai coccolato. Mi hai fatto conoscere cose fantastiche. Mi hai fatto conoscere tante persone straordinarie. Per me e la mia famiglia, sei diventata la nostra casa. L’unica maniera per ripagare tanto amore era indossare la maglia azzurra e fare gol. Tanti gol. Una valanga di gol. Mi dispiace per le persone che non amano Napoli, perché non l’hanno vista come l’ho vista io. E invece chi la ama come me, sa che è un amore che durerà tutta la vita. Darò per te tutto per me stesso fino all’ultimo giorno, per rimanere nella storia di questa squadra e di questa città come il goleador di tutti i tempi. Io goleador, chi l’avrebbe detto quando ho firmato per il Napoli. Ma non è finita qui. La storia continua».
Il segreto. Spiega a fine gara Dries: «Quando giochi a Napoli è sempre speciale, i tifosi e tutto l’ambiente. Oggi come squadra abbiamo vinto, anche grazie alla preparazione. Noi siamo sempre stati a Napoli». La Juve, durante il lockdown, invece no… Aggiunge: «Ci ho pensato tanto. Il gruppo, l’allenatore, il suo staff sono spettacolari. E poi c’è la città. Per me la quarantena è stata come una vacanza, stavo bene a Napoli e in quel momento già avevo deciso di firmare il contratto».
E ci sarà tempo per condividere qualsiasi altro sogno possibile, perché stavolta sono sparite le zone d’ombra di questo semestre in cui le tentazioni non sono mancate: lo volevano al Chelsea, l’aspettavano all’Inter e invece, è venuta fuori l’autentica scelta di vita, che Aurelio De Laurentiis ha cominciato a lusingare il primo marzo a tavola e che nel corso del lockdown, vissuto da «Ciro» a Palazzo Donn’Anna, che è una specie di Paradiso terrestre, s’è ramificata per l’eternità. Perché Dries Mertens, se va male, si staccherà da Napoli a trentacinque anni e se invece dovesse restare inchiodato a quel panorama, allora il congedo dovrebbe essere scandito ai trentasei, anche se Giuntoli, che pure ha lavorato ai fianchi, l’ha spinto persino oltre. «Per me puoi arrivare ai trentotto». E De Laurentiis, nell’intervista rilasciata al Corriere dello Sport-Stadio di lunedì scorso, ha detto: «Quando smetterà di giocare, mi farebbe piacere trovargli un ruolo per proseguire la nostra collaborazione». Certi amori non finiscono e se fanno strani giri, poi restano lì: Mertens, Napoli, è per sempre.
Antonio Giordano.Fonte: CdS