In nove sotto palla quando l’avversario tiene palla e prova ad imporre il ritmo garantiscono equilibrio e forza. Quella forza che non ti aspetti perché la Juve sembra schiacciare il Napoli nei primi venti minuti che sanno di eternità mista alla paura. I nostri esterni, Insigne e Callejon accompagnano il tempo riempendolo di raddoppi oscuri e preziosi, di riconquiste della palla insperate quasi e di continui tentativi di allungare un Napoli che può far male alla Juventus e lo si capisce dal 21 esimo minuto in poi quando il ritmo cala ed il Napoli risale in maniera lenta e costante. Mertens sa abbassarsi e cercare gli appoggi giusti cosi come Politano che entra nel match e Milik che garantisce profondità e gioco aereo in una partita che ne partorisce altre mille al suo interno. E’ un attacco che non beneficia di un Napoli che tiene in mano la partita sempre, ma che entra in un match interpretato in maniera magistrale e si prende la scena quando il Napoli prende fiducia e punge. Diverse occasioni certificheranno a fine gara una vittoria di merito. La cronaca registra un palo di Insigne su punizione, un’occasione sprecata da Elmas a due passi e una da Milik troppo frettoloso nel concludere. E’ un Napoli rinato dalle ceneri di una stagione di profonda trasformazione e cambiamento, di una squadra come un albero che ha perso le sue foglie, ma non sapeva che stava soltanto fiorendo.
a cura di Alessandro Tullio