Il Napoli alza al cielo di Roma la terza Coppa Italia dell’era De Laurentiis, in uno stadio Olimpico deserto, di fronte alla Juventus degli ex Sarri e Higuain. I bianconeri nei novanta minuti ha avuto una sola occasione, ad inizio match con Cristiano Ronaldo, poi sono gli azzurri ad andare più volte vicini al gol. I miracoli di Buffon e i pali colpiti evitano che la palla entrino in rete. Dal dischetto per la squadra di Sarri sbagliano Dybala e Danilo, per i partenopei decisivo il rigore trasformato da Milik. Le pagelle del Corriere dello Sport esaltano anche Insigne e Demme.
Meret 7,5 -E’ pronto sul destro in avvio di Ronaldo e ancora di più per due volte in uscita bassa, anticipando Alex Sandro e poi di nuovo il portoghese, lanciato in campo aperto. Bravissimo a intuire l’angolo di tiro dagli undici metri di Dybala. Quella prodezza consegna mezza Coppa Italia al Napoli.
Di Lorenzo 7 -Tiene bene la marcatura su Ronaldo, non gli concede spazio per sganciare o trovare spazio per il tiro. L’ex Empoli non molla di un centimetro sino alla fine.
Maksimovic 7,5 – L’ex difensore del Toro, in crescita esponenziale, sembra imbattibile nel gioco aereo: di testa le prende tutte. Ci prova anche alla fine, quando impegna Buffon sull’angolo calciato da Politano.
Koulibaly 8 – Il gigante senegalese scherza con chiunque gli capiti a tiro. Ronaldo, Dybala e Douglas Costa lo trovano sempre pronto. Interventi, scivolate e chiusure. Non sbaglia un intervento, mai falloso. Non è una partita da scudetto, ma vale un trofeo e consente a Gattuso di assorbire la pressione iniziale dei bianconeri.
Mario Rui 6,5 -Mica facile guardarsi da Douglas Costa e Cuadrado. Il piccolo portoghese tiene con spirito di sacrificio e la solita disciplina tattica.
Hysaj (36’ st) 6 -Entra per dare il cambio a Mario Rui e porta a termine la missione.
Demme 7 -Il trottolino italo-tedesco con un occhio controlla Dybala nei pressi dell’area e con l’altro distribuisce palloni con semplicità. Uno o due tocchi e via. Gioco pulito, essenziale. E’ sempre dentro la partita.
Callejon 6 -Gattuso lo preferisce a Politano, ma lo spagnolo non ha il solito passo per allungare il Napoli come potrebbe. Davanti non incide, dietro commette due errori inusuali nel palleggio. Soffre l’esuberanza di Alex Sandro. Sostituzione giusta.
Politano (22’ st) 6,5 -Si presenta subito con un sinistro insidioso dal limite, ci riprova di testa, regala una mezz’ora di sostanza e contenuti, aggiungendo colpi e qualità.
Fabian Ruiz 6,5 -Ringhio lo sistema sul centro-destra per rendere possibile la convivenza con Zielinski, ma la sensazione è che per un tempo fatichi a illuminare il gioco come potrebbe perché deve portare palla sul mancino e Matuidi non glielo consente in modo facile. Nella ripresa si libera e sale di tono, tenta il tiro da fuori e il suo sinistro spaventa Buffon. Buona resistenza.
Allan (35’ st) 6 – Concede il cambio allo spagnolo, sfinito.
Zielinski 6 -Contrasta Bentancur, guadagna la punizione da cui nasce il palo colpito da Insigne. Lavoro oscuro, ma prezioso. Ci mette il suo fisico per quasi novanta minuti.
Elmas (43’ st) 6,5 -Altro ingresso pieno di pepe. Va via in dribbling, dimostra un altro passo. Colpisce il palo in mischia e in pieno recupero. C’è anche la sua firma sulla Coppa Italia.
Insigne 7,5 -Fa un lavoro enorme nella fase difensiva e mantiene la lucidità per essere pericoloso davanti. Tenta il gol “alla Del Piero” ma viene respinto dal palo. Ci riprova in movimento, bloccato da Buffon in tuffo. Trasforma il primo, pesantissimo, rigore. Alza la Coppa da capitano.
Mertens 6 – Notte senza lampi, votata alla sofferenza e con pochi palloni da lavorare. Il belga, fresco di rinnovo, prova a giocare di sponda e attende invano un inserimento che lo favorisca. Va in bianco, ma per una volta ci può stare.
Milik (22’ st) 6,5 -Il polacco aggiunge fisicità e presenza. Si divora subito un’occasione senza approfittare del buco concesso dalla Juve. Spiazza Buffon e infila l’ultimo rigore, quello che vale la Coppa Italia.
Gattuso (all.) 7 – Ringhio sa organizzare la fase difensiva su due linee come pochi allenatori. Alza il muro e non si fa sorprendere, ma alla resa dei conti e sino all’intervallo costruisce persino più dei bianconeri. Due pali, almeno un’altra occasione, pochi affanni. Vince con merito e pazienza il suo primo trofeo, condannando Sarri. Sta nascendo un grande Napoli.
Fonte: CdS