Callejon, lo stakanovista, anche stasera ci sarà. Probabilmente dal primo minuto e tutti ci mettono la mano sul fuco: non si tirerà indietro. C’è chi sussurra che potrebbe essere una delle sue ultime gare perché serve in ogni caso una intesa (non necessariamente economica) per proseguire oltre il 30 giugno. Un giocatore che è stato presente in tutte le partite rilevanti, importanti, gli eventi, disputati dal Napoli negli ultimi anni. Il 3 maggio 2014 alza al cielo la Coppa Italia e in quella edizione segna anche tre reti. In finale, tanto per cambiare, fu l’unico degli attaccanti del 4-2-3-1 a non esser sostituito. Quello di Callejon è stato un motore che non ha conosciuto usura ed in quella partita ha anche ricoperto più ruoli. Pochi mesi ed il 22 dicembre del 2014 arriva, a Doha, il secondo trofeo e anche la seconda Supercoppa della storia del Napoli. Schierato come sempre a destra nel 4-2-3-1, Callejon gioca una gara da scaricare il contachilometri per tutti i 120 minuti più recupero, fin quando non si arriva ai calci di rigore. Una lotteria alla quale Callejon, forse, non ha tutta questa voglia di partecipare, lui che non è uno specialista. Però, si va ad oltranza e da quel momento in poi sbagliano un po’ tutti: Chiellini, Mertens e Pereyra prima del suo errore dal dischetto. Poi, la festa dopo la parata di Rafael su Padoin.
Il Mattino