Ferlaino, amaro: «Ascarelli, Napoli ingrata e dalla memoria corta»

Due rappresentanti della commissione Toponomastica del Comune hanno detto no. E la questione si è arenata. Piazzale Tecchio non sarà più dedicato a Giorgio Ascarelli. La rabbia di Corrado Ferlaino, ex presidente scudettato del Napoli. «Anche stavolta Napoli ha dimostrato di avere la memoria corta. E scarsa riconoscenza per i suoi figli che tanto hanno dato alla città».

Napoli ingenerosa e senza memoria: «Irrispettosa e matrigna. La conferma mi arriva leggendo questa incredibile decisione che avrebbe finalmente reso onore e memoria ad un grande napoletano, un grande imprenditore ma anche un grande sportivo qual era Ascarelli».
Che pensa di questo triste finale condizionato da burocratici veti, nonostante ci fosse il parere favorevole dell’amministrazione comunale? «Provo una profonda delusione. Da tifoso del Napoli, ma prima ancora da napoletano».
Eppure c’erano tutte le condizioni, politiche e amministrative per dedicare il bel piazzale antistante lo stadio San Paolo a Giorgio Ascarelli». «Ascarelli meritava questo riconoscimento di vedersi intitolato piazzale Tecchio, seppur postumo e tardivo. Anche perché ci sono particolari della sua vita di sportivo e tifoso che pochissimi sanno o ricordano».
A che cosa si riferisce? «Ascarelli, uomo brillante e generoso, fu il primo a costruire uno stadio tutto suo dedicato al Napoli. Pensateci, stiamo parlando di quasi un secolo fa, era il 1926, ma lui aveva già lo sguardo rivolto al futuro: ed in fondo fece ciò che oggi molte società sportive calcistiche stanno realizzando».
Si riferisce allo Stadio Partenope? «Esattamante, che si trovava all’Arenaccia. Ascarelli dovette poi subìre l’onta delle infami leggi razziali introdotte dal fascismo, che gli imposero tra l’altro di trsformare da stadio Ascarelli a Partenope. Ma non è tutto. C’è dell’altro…».
Ci dica. «Io ero poco più che un bambino e, terminata la guerra, volli andare a vedere le rovine di quel prestigioso luogo di sport. Non rimanevano che rovine, i bombardamenti lo avevano semidistrutto. E al resto ci avevano pensato gli operai, i quali smantellarono quel che restava in piedi trafugando persino il ferro delle impalcature. Sa che tutto il terreno era di proprietà della famiglia Ascarelli? E che, finita la guerra, nessuno ha mai più restituito agli eredi quel bene?».
A maggior ragione oggi servirebbe un’idea, un’iniziativa utile per non far cadere nell’oblio la figura di un mecenate ormai quasi dimenticato. «Io un’idea ce l’ho».
E quale? «Sperando sempre che si possa ritornare a proporre che piazzale Tecchio venga sostituito con piazzale Giorgio Ascarelli, tanto per cominciare sarebbe cosa buona e giusta individuare nei pressi di dove sorgeva il vecchio stadio del Napoli un luogo da dedicare a questo grande napoletano. Magari, perché no, anche inaugurando una statua, un busto, una targa, nei pressi del Centro direzionale, laddove cioè giocava il glorioso Napoli fondato nel 1926. Sarebbe veramente una bella cosa se ci si riuscisse: anche in considerazione del fatto che quella che era una legittima proprietà della famiglia Ascarelli, poi espropriata dal fascismo e di fatto oggi acquisita al patrimonio comunale, non è mai più stata riconsegnata ai legittimi eredi».
Ingegnere, lei prima parlava di memoria corta e di ingratitudine. Ne sa purtroppo bene qualcosa, nei giorni delle feroci contestazioni di certe frange violente del tifo organizzato, che le tirarono persino bottiglie molotov nel giardino di casa. Perché si dimentica il bene così in fretta? «Perché qui spesso si dimentica in fretta. Ed è per questo che spero qualcuno ora raccolga la mia idea di risarcire un grande napoletano che nei primi decenni del 900 fece grande anche il Napoli Calcio».

Fonte: Il Mattino

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