LA MATTINATA
Ha affidato l’allenamento rivolto soprattutto a chi non ha giocato con l’Inter ai suoi assistenti, ha evitato anche di parlare alla squadra. Era giusto, a suo vedere, lasciare un po’ di relax anche mentale alla squadra, che ha messo sotto pressione negli ultimi giorni. Oggi è tornato a parlare, e ha ripetuto quello che ha detto nello spogliatoio azzurro: le finali, dice, si vincono non si giocano. Una vigilia breve, brevissima.
Ma il Napoli non ne viveva una così, per sensazioni, patemi, entusiasmo e strizza tutti insieme, almeno da due anni e mezzo, quando preparò la trasferta allo Juventus Stadium. Di fatto è una finale ed è un crocevia della storia del Napoli ma anche di Gattuso. Il destino di Ringhio è in ogni caso qui, perché i segnali per lui sono tutti positivi, nel senso che De Laurentiis è propenso a concedere al tecnico un prolungamento del contratto (scade nel 2021) e dunque a confermarlo, perché il suo lavoro è stato valutato positivamente e non sarebbe la finale di Roma, anche in caso di risultato negativo, a modificare gli scenari.
Ma la scelta di firmare dipende anche da Gattuso: troppe penali, clausole rescissorie e opzioni unilaterali sono ipotizzate dal Napoli. E così a Rino non piace il contratto. Bisogna parlare anche di progetti perché, giusto ricordarlo, Ringhio ha lasciato il Milan (e 11 milioni di euro di contratto) proprio perché non condivideva i piani della società rossonera. Fonte: Il Mattino