Mercoledì sera si giocherà a Roma la finale di Coppa Italia Napoli-Juventuus, dove si assegnerà il primo trofeo stagionale, soprattutto post Covid-19. Anche gli altri sport proveranno a riprendere, anche se non sarà semplice. Di questo e non solo ilnapolionline.com ne ha parlato con il giornalista della Gazzetta dello Sport Luca Calamai.
So che sei un appassionato di ciclismo, il mondo delle due ruote come sta reagendo alla pandemia del Covid-19? “La passione del ciclismo viene grazie a mio padre che è stato un corridore e da quel momento non ho smesso di seguirlo e di raccontare le gesta. Purtroppo non è uno sport popolare come il calcio, perciò non se ne parla tanto, però sicuramente non è stato semplice per gli atleti. Nei prossimi mesi il calendario sarà ricco di impegni, soprattutto delle grandi classiche come la Parigi-Roubeaux, sarà difficile comprimere tutto, però è un’emergenza e come tale ci si abituerà”.
Il nostro sito parla di calcio femminile e da toscano ti vorrei chiedere della Fiorentina Women’s e sul movimento in rosa. “Devo essere sincero, fino a mesi fa, non conoscevo il movimento femminile, ero all’oscuro di tutto. Poi mio figlio ha creato un App di Tuttocalciofemminile, mi ha fatto venire la voglia di seguire il calcio in rosa. E’ un mondo sicuramente non semplice, visto che ci sono troppi pregiudizi, però sono dell’idea che sta crescendo. Lo stop dei campionati è legato alla questione tamponi, alcune società possono permettersi costi, mentre altre purtroppo non è così. La Fiorentina Women’s? Il presidente Rocco Commisso ci crede e non poco, con l’ingresso in Champions League femminile, farò ancora importanti investimenti. Su dieci campi, ben tre saranno dedicate alle calciatrici, di cui uno avrà 5 mila posti a sedere, perciò c’è voglia di puntare in alto. Senza contare che ci vuole una rivale per lo scudetto della Juventus, altrimenti vincerà sempre e ci vuole un’avversaria o più di una all’altezza”.
Noi seguiamo anche le gesta del Napoli femminile, pensi che possa competere in massima serie e acquistare elementi di esperienza? “Io conosco il presidente Lello Carlino e lo reputo un genio nel mondo del calcio femminile. Ha fatto bene in questi anni con la squadra azzurra, ottima anche l’idea dell’azionariato popolare, perciò sono certo che potrà fare bene anche in serie A. Io credo che dopo le prime della classe, ci possa essere anche il club azzurro e mi farebbe piacere se si creasse un connubio con la squadra maschile del Napoli e De Laurentiis”.
Oggi la Gazzetta dello Sport ha intervistato il d.s. Giuntoli. Lui ha in pochi anni sta facendo un ottimo lavoro e artefice anche dell’ormai imminente rinnovo di Mertens. “Io credo che Giuntoli sia bravissimo nel suo ruolo di d.s., perché è riuscito con il Carpi a portarla fino alla serie A, poi a Napoli sta facendo molto bene. Paradossalmente è più semplice riuscire nel rinnovo di Mertens che portare in alta una realtà come il Carpi. Senza dimenticare che è stato lui a portare insieme al presidente De Laurentiis, Sarri, c’erano molti scettici, ma alla lunga ha avuto ragione. Sono convinto che farà bene anche nei prossimi anni”.
Infine non posso non chiederti di Napoli-Juventus, finale di Coppa Italia. Prevedi una partita dove le due squadre punteranno sull’aspetto fisico e poi potranno sfruttare le loro individualità? “Hai fatto una disamina tattica perfetta, perciò ci sarebbe poco da dire. Dopo oltre tre mesi non è semplice ritrovare la condizione, dove non hai giocato gare ufficiali, ma anche amichevoli, perciò si è arrivati senza conoscere la condizione delle squadre. La Juventus l’altra sera contro il Milan non mi è apparsa lucida a livello di condizione, mentre il Napoli ha conquistato la finale con il marchio del suo allenatore. Gattuso ha trasmesso la grinta e il giusto carattere, riuscendo su questi aspetti a prevalere sull’Inter. Sicuramente un aspetto potrebbe incidere, i colpi individuali possono essere determinanti. Visto che entrambe le parti non mancano, chi avrà il colpo risolutore, porterà per la sua squadra la Coppa Italia”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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