Il presidente De Laurentiis è da sempre un vulcano di idee. Spesso ha esternato la sua voglia di riformare, cambiare, mutare il calcio e la sua spettacolarizzazione. Per lui c’è la necessita di riformare, attraverso una serie di interventi. Cominciando dalla serie C fino ad arrivare ad una Elitè del calcio. Ne parla al Corriere dello Sport:
«I 37 milioni di tifosi potrebbero costituire il partito più importante d’Italia. Gravina è un grand’uomo, coraggioso, acculturato, ha una coscienza cristallina, è un dirigente responsabile e in grado di avviare la riforma del calcio. La C deve diventare semipro come la D, non è più sostenibile, in C si perdono milioni che finiscono nella spazzatura. Le dieci puntate di The Last Dance ci hanno mostrato il valore del sistema Nba che produce spettacolo, passione, fidelizzazione. E ricchezza. Sessantacinquemila spettatori in un palazzetto, ve lo immaginate? Un’energia indescrivibile. Perché allora non istituire un serie Élite del calcio con – massimo – dieci, dodici squadre? Con garanzie bancarie inattaccabili, senza promozioni, né retrocessioni, per dare potenza e sviluppo alle partecipanti. Calendario più snello, eventi di alto livello, azzeramento delle partite prive di appeal. Ci si dimentica spesso che nel ‘96, sotto il governo Prodi, Veltroni trasformò i club in società per azioni con scopo di lucro, il Fair Play Finanziario di Platini ha fatto il resto interessando solo pochissime realtà. La Lega calcio è tenuta in piedi da 7 società, le altre 13 fanno contorno, ma hanno diritto di voto e molto spesso condizionano lo sviluppo di una forte e imprescindibile vision».
CdS