Umberto Chiariello, le sue riflessioni nell’editoriale post-partita: “Juventus e Napoli hanno rispettato i pronostici. Ma, entrambe, soffrendo. La Juventus addirittura con l’uomo in più. Il Napoli, invece, ha incontrato una squadra molto forte. E ha sofferto molto di più. Il primo tempo è stato quasi una via crucis per gli azzurri. Ospina indeciso, come tutta la difesa, sul gol preso a freddo dopo 2′, è stato l’eroe della gara. Ha due volte salvato la partita nel primo tempo, dalla capitolazione definitiva. E poi, con un lancio incredibile, alla Reina, ha mandato in gol Insigne. Che da par suo ha saputo difendere la palla e servire l’assist per l’eterno amico Dries Mertens: Re dei gol napoletani, 122, primo e solo nella classifica di tutti i tempi. Nella ripresa, ancora Ospina si è erto a protagonista, Con una parata stratosferica su Eriksen. Il Napoli ha saputo contenere le sfuriate dell’Inter. Un pareggio che porta il Napoli vicino ad un altro trofeo dell’era De Laurentiis. E contro l’ex Sarri, contro la Juve. Cioè quanto di più gustoso ci sia. A margine di questa bellissima impresa degli azzurri, perchè battere in doppio confronto l’Inter, che quest’anno era quotata per lo scudetto, non è stata cosa da poco, permettetemi di annotare le cassandre, i soloni, i disfattisti che volevano la chiudura del campionato.”…Ma che giochiamo a fare…Ma che calcio è…Il calcio senza pubblico è un calcio finto…”. Napoli-Inter li ha smentiti. Partita vera, anzi verissima. Sfido chiunque, almeno di parte, a non aver palpitato per tutti i 95′. La partita è stata “calcio”. Tutti a dire “…Ma tanto chi lo vede questo calcio…”: venerdì sera 34% di share ed oltre 8 milioni di telespettatori. Sabato sera, credo ancora di più. E per la finale, se ne prevedono oltre 10 milioni. Ci vedrà tutto il mondo. Perchè sarà il primo trofeo, nel mondo, assegnato nel periodo Covid. Come sottolineato dal presidente Figc, Gravina. E allora, cari signori che avete detto da tre mesi “…Ci sono i morti, vergognatevi, voi che pensate al pallone…”, il pallone è un’industria. E come tutte le industrie è dovuta ripartire. Anzi, le Federazioni che hanno chiuso in anticipo, oggi riflettono. In Francia, per esempio, si sono autodefiniti dei “gran deficienti”. Chi ha avuto pazienza e perseveranza, ancora una volta, ha dimostrato di avere avuto ragione. E di aver visto lungo. Bisogna fare un monumento a Gravina. Sabato sera abbiamo visto una gran bella partita di calcio. Il Napoli l’ha onorata alla grande. E si va a fare una bella finale di Coppa Italia. Alla faccia di tutte le cassandre”.