In terza linea si rivela il Napoli nuovo. La pagina bianca di una gara dal sapore speciale si riempie in quella terza linea con delle righe straordinarie che tracciano le contraddizioni di una semifinale che regala la gioia ed il brivido della finale di Roma. Si parte da Ospina, storia di inferi e di risalita che tocca la luce piena in almeno quattro interventi che sanno di miracolo dopo aver praticamente da solo inventato il passaggio decisivo. Ospina regista nel male ( poco ) e nel bene ( tra i pali ). Imperiosa la prova di Maksimovic e Koulibaly che non perdono un duello dietro via terra e via aria diventano insormontabili per Lukaku e Lautaro. Sulle fasce Hisaj e Di Lorenzo tengono botta con un lavoro improbo di fatica e di pensiero. La storia della partita si scrive in terza linea per ovvio copione e per straordinaria rivelazione perché da un lato l’Inter necessita di rimontare e dall’altro la scena madre della partita nasce dai piedi di Ospina. La fase difensiva del Napoli si concretizza negli altri reparti e balbetta quando il pressing dei tre piccoli non funziona nei tempi giusti. La terza linea anche in quel frangente sa stringersi e recuperare palla e linearità anche sulle palle ferme. E’ il cuore del Napoli ed è la nuova Napoli di questa squadra figlia di Gattuso, legittima.
A cura di Alessandro Tullio