Leandro Cantamessa, membro della commissione diritti TV Serie A e legale AC Milan, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Punto Nuovo durante la trasmissione Punto Nuovo Sport Show: “Sono reduce dalla conferenza stampa del Monza e l’obiettivo è quello di ambire sempre a categorie maggiori. Sono milanista di terza generazione, mio nonno era più tifoso di ciclismo che di calcio, ma nei margini del tifo c’era il Milan. Poi mio padre, io, i miei figli e mio nipote. Mio nonno era per Bartali, a me piaceva un ciclista tedesco che non vinceva mai: Hans Junkermann.
Delibera?
“Penso che ci fossero degli interessi da parte dei soggetti che hanno portato avanti la questione, legati al contingente specifico. Il problema è che questa delibera è stata votata da soggetti che in quelle contingenze non si muovevano, è una delibera che ho personalmente disapprovato. Qualcuno ha detto che non si prendono delibere che siano volte alla sconfitta e questa lo aveva fin dall’inizio. Se quella delibera fosse stata accolta, avrebbe potuto determinare una deflagrazione dell’intero sistema. Il blocco delle retrocessioni determinava anche il blocco delle promozioni.
Melandri?
“È responsabile di aver attribuito alla Serie A solo 3 voti in Consiglio Federale. In linea di principio è follia assoluta: non capisco perché dare 6 voti ai Dilettanti e 3 alla Serie A, una cosa fuori dal mondo. La Serie A dovrebbe avere almeno gli stessi voti. Si sono dati 3 voti alla Serie A ed uno alla B per dare equilibrio, erroneamente. All’inizio degli anni ’90 mi occupai di un progetto che prevedeva la costituzione di una Super Lega prevedendo il distacco di alcuni Paesi dalle Federazioni. Ho percorso questa strada, che poi è andata a finire male, anche per colpa mia: seguivo Inter, Milan e Juve, certe situazioni non erano ritenute convincenti. Ciò che scrive la Gazzetta dello Sport, non è nuovo. Il concetto non è sbagliato, una storia come un’altra, forse il momento lo è.
De Laurentiis ha ragione nei confronti di SKY?
“Tante volte gli ho sentito dire che ritirava la squadra, che faceva causa di qua e di là e non l’ha fatto. Teoricamente quello che dice si potrebbe anche fare, è una norma prevista dal codice civile, ma bisogna capire chi sono i danneggiati in questo caso. Lo dice a scopo di sventolare un’eventualità tecnicamente fattibile, ma non lo farà mai. Effettivamente non è una minaccia volgare, è tecnicamente possibile perché il codice lo prevede, ma è puramente astratto il concetto. Ha il senso dello spettacolo per cui, gli atteggiamenti sopra le righe, ci stanno”.