Wesley Sneijder, uno dei grandi nerazzurri del Triplete. Il legame con l’Inter resta molto forte e l’ex centrocampista è rimasto tifoso della sua ex squadra. A Il Mattino parla della prossima sfida di Coppa Italia:
Dopo sette giorni ripartirà anche il campionato: e qui cosa si aspetta? «Là c’è ben poco da fare: la Juventus continua ad essere nettamente favorita per il titolo. Ha la squadra più forte e cresce di stagione in stagione. Anche quando pensi che il loro ciclo sia finito, riescono a pescare il giocatore nuovo che fa la differenza e trovano stimoli giusti per continuare a vincere».
Gattuso, l’allenatore del Napoli, è stato suo avversario nei derby al Meazza: quale impressione le fa da allenatore? «Anche da tecnico ha conservato quella mentalità vincente che aveva in campo. Non ha deluso le aspettative ora che è in panchina. Grazie alla sua concentrazione e al suo approccio al lavoro, sono certo che potrà fare la differenza».
Gattuso in panchina, ma in campo chi le piace di questo Napoli? «Mertens mi piace tantissimo. Lo conoscevo già da prima che arrivasse in Italia e sono sempre stato convinto che potesse fare benissimo a Napoli: guardate i gol, le prestazioni…».
Torniamo alla Coppa Italia: la difesa del Napoli deve stare attenta a… «Eriksen».
Il danese, però, non ha ancora brillato dal suo arrivo a gennaio. «Conosco bene i suoi mezzi, da quando giocava in Olanda. Conte ha una grande rosa e con Eriksen in squadra può finalmente provare a fare il salto di qualità. Christian ha fatto bene all’Ajax, poi al Tottenham e ora deve affermarsi in Italia. Ha grandi doti e può diventare un leader».
Si giocherà in un San Paolo deserto: pensa che possa influire sul risultato? «Sarà una partita diversa dal solito. Quell’atmosfera di Napoli me la ricordo bene. È uno stadio pazzesco, con tifosi strepitosi. Matti, in senso buono: che ricordi delle vigilie delle partite, con tanta gente davanti al nostro albergo».
A proposito del passato: lei è stato allenato da Roberto Mancini al Galatasaray, come lo vede ora da ct della Nazionale? «Mancini è un fenomeno. Ho lavorato molto bene con lui in Turchia perché ha grande qualità e mentalità forte. Conosce perfettamente la tattica e poi come uomo è straordinario: cerca di aiutare i suoi giocatori mettendosi sempre a disposizione. Spero che con lui l’Italia possa tornare a vincere: Mancini può fare la differenza tra un anno agli Europei».
Lei ha giocato all’Inter e al Nizza con Balotelli: cosa ne pensa della decisione del Brescia di allontanarlo? «Mario poteva essere tra gli attaccanti migliori al mondo, però ha fatto determinate scelte. Io non le condivido, ma il mondo è bello perché ognuno è fatto a modo suo. Non so se Brescia possa essere stata davvero la sua ultima chance: uno come lui può sempre fare la differenza».
Lei, invece, a 35 anni ha deciso cosa vuol fare?«Negli ultimi mesi ho cominciato a lavorare con i giovani, mi diverto a seguirli nella loro crescita. Nella vita come nel calcio, però, tutto è possibile: dirigente, allenatore… Vediamo».
Ha rinunciato a giocare? «Almeno per ora, ma qualche offerta ancora arriva. Certo, se dovessi decidere di riprendere dovrei resettare tutto. Intanto mi tengo attivo con il vino del campioni di Fabio Cordella. Ha messo su una squadra da sogno con i più grandi campioni di ieri e di oggi come Zamorano, Roberto Carlos, Ronaldinho, Buffon. Un orgoglio far parte di questo team: non giochiamo a calcio, ma beviamo insieme. È divertente lo stesso».