Tutta colpa della lunga quarantena, ma all’estero niente piani B e C
Tutta colpa della quarantena. In Italia è obbligatoria non solo per il singolo contagiato, ma anche per coloro con cui ha avuto contatti. Non è così all’estero. Ed è qui che nasce la grande differenza tra serie A e gli altri principali campionati europei. Da noi si litiga su piani B e C, su come cristallizzare la classifica e, quindi, su retrocessioni e promozioni, in Germania, Inghilterra e Spagna, invece, hanno la convinzione di riuscire a portare a termine i rispettivi tornei. La Liga, per la verità, inizialmente, aveva ipotizzato un congelamento della classifica, in caso di nuovo stop.
Ma una volta varato il protocollo, non è stato nemmeno previsto un percorso alternativo. Per la Premier, invece, con un nuovo blocco, la graduatoria delle squadre verrebbe corretta con la media punti. Ma quello inglese è anche il campionato a cui restano meno gare da disputare e, visto che, nell’eventualità di un positivo, a doversi fermare sarebbe solo il singolo e non il resto della squadra, arrivare al traguardo viene dato per scontato o quasi. In Germania, per la verità, ci sarebbe qualcuno che, come in Italia, non vorrebbe le retrocessioni. Ha provato ad accedere la miccia, ma finora è rimasto in minoranza. E, comunque, essendo partita prima ed essendo composta da “sole” 18 squadre, la Bundesliga ha programmato di finire già per il 27 giugno. Significa che, qualora spuntasse la necessità di fermarsi ancora, ci sarebbe tutto il mese di luglio per recuperare le partite saltate. Fonte: CdS