Mezza Serie A non prevede il rimborso
Cresce nel calcio la voglia di stadio. Se da un lato però la Serie A sta progettando di aprire gli impianti almeno per gli ospiti degli sponsor (in media il 3-4% della capienza, fino ad arrivare al 10% in caso di impianti moderni e funzionali), dall’altro resta irrisolta la questione della tutela di diritti degli abbonati. Questi ultimi, ad inizio stagione, hanno acquistato la tessera per assistere alle partite interne. Oggi sono i soggetti più penalizzati per la ripartenza del campionato a porte chiuse.
In totale si stimano 356.358 abbonati (con una media club pari a 17.818 unità). Il record stagionale spetta all’Inter (ben 41.000 tessere), mentre il Sassuolo è il fanalino di coda (7.411 ma su una capienza del Mapei Stadium pari a 23.717 posti). Solo 8 club su 20 superano la media abbonati della Serie A (Fiorentina, Genoa, Inter, Juventus, Lazio, Lecce, Milan e Roma).
Il ticketing è una voce importante per le società, soprattutto ai tempi del Covid-19. Se si considera poi la quota della vendita libera, il “botteghino” pesa mediamente per il 12% annuo sui bilanci dei club. Un budget del valore stimato di 350 milioni di euro. Secondo molti analisti la biglietteria è il vero e proprio “bancomat” delle società, perché vitale per il funzionamento dei club (nel corso della stagione).
Mancheranno 90 milioni. Giocare a porte chiuse gli ultimi 12 turni (oltre ai 4 recuperi) peserà sui bilanci societari per non meno di 90 milioni di euro. Ma la sfida più importante riguarda soprattutto la prossima stagione. Le società della prima divisione puntano a recuperare un terzo della capacità degli impianti (se verrà confermato il rallentamento della diffusione del contagio), ma resta la difficoltà di dover mantenere una relazione stretta con i tifosi, senza rischiare di perderli per una inspiegabile diversità di trattamento. * direttore agenzia Sporteconomy.it Fonte: CdS