Serie A e l’algoritmo: L’uomo e la macchina, la sfida continua

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Nelle ore scorse era circolata un’altra bozza con un algoritmo un po’ più complesso di questo. Superato, vecchio. Si tende invece alla iper semplificazione. Un calcolo semplice, modello che userebbero anche in Premier League e che si accontenta di sommare ai punti conquistati prima dello stop le medie dei punti in casa e di quelli fuori per le partite che ancora mancano. «I modelli possono essere diversi, possono piacere o non piacere – dice ancora Odifreddi -, la teoria della probabilità, per esempio, è nata nel Seicento con Pascal. Li si parlava di morra, e anche in quel caso si doveva decidere chi far vincere. Se questo algoritmo l’hanno ritenuto valido penso ci si possa fidare». L’uomo e la macchina, la sfida continua. Cominciò con l’idea di affidare alle macchine il mondo. Per semplicità e comodità. Ai computer abbiamo affidato la cucina, la casa, la macchina. Ma non lo sport, che conserva ancora una sua dimensione umana.


Regole più errore: il calcio è una somma d’imprevedibilità. Anche Mirko Degli Esposti, docente di Matematica, vice rettore all’Alma Mater, commenta la formula. «Mi pare che si venga a perdere l’unico concetto affascinante in qualsiasi gara: l’imprevedibilità. E’ come rigiocare cento volte la stessa partita a scacchi facendo le stesse mosse. Una noia». Nelle simulazioni elaborate partendo dalla attuale classifica della A (8 squadre devono ancora recuperare una partita) adottando la media ponderata rispetto alla semplice media punti sarebbero tre le squadre a guadagnarsi posizioni in classifica. Il Torino scavalcherebbe l’Udinese. Verona e Parma supererebbero il Milan. Fonte: CdS

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