Il calcio femminile ancora non conosce il suo destino per quanto riguarda l’attività agonistica, lunedì potrebbe essere la giornata decisiva. Ecco il pensiero del portiere del Tavagnacco Alessia Cappelletti. “Ho cominciato a giocare a calcio perché un giorno, mio papà mi ha portato sul campo da calcio della società dove giocava da giovane. Avevo sette anni. Ho provato e mi è piaciuto, quindi ci sono tornata più e più volte fino ad appassionarmi. Perché sono un portiere? Perché da bambina in una partita mancava un portiere, ero l’unica che voleva provare a giocare in porta, mi sono divertita e ci sono rimasta. Mozzanica? Ho avuto fortuna di fare un passaggio graduale dalle giovanili alla prima squadra, quella era una squadra davvero competitiva tanto che un anno sfiorammo lo scudetto. C’erano Stracchi e Iannella e bisognava stare sempre sul pezzo e veniva chiesto sempre tanto impegno. All’Inter c’erano tutti i presupposti per la promozione, la società ci ha messo nelle migliori condizioni possibili e così abbiamo raggiunto questo grande risultato. Ho scelto il Tavagnacco per fare esperienza in Serie A e dimostrare di poter essere titolare. Loro avevano bisogno di un portiere da lanciare, io avevo bisogno di essere lanciata. Ci siamo trovati subito. I risultati sono arrivati col tempo e anche noi ci siamo domandate come mai avessimo fatto fatica, prima dello stop poi stavamo facendo bene. Serie A a 14? Sicuramente è una proposta valida, ci sarebbero più gare e maggiore visibilità e credo che si possa mantenere un livello alto anche con il sempre maggiore coinvolgimento dei club maschili. Futuro? Vorrei rimanere il più possibile in Serie A per fare tanta esperienza. In che squadra? Si vedrà, per ora sono ancora una calciatrice del Tavagnacco”.
Foto Roberto Commisso
Fonte: ilcalciofemminile.it