Antonio Corcione a Il Mattino:
«Nessuna quarantena di gruppo. Il virus ha perso forza. Non sempre i positivi asintomatici stanno contagiando. Quindi è inutile isolare tutta la squadra».
Antonio Corcione, primario di anestesia al Monaldi e tifosissimo del Napoli, conosce molto bene il killer venuto dalla Cina. «Mi sono ammalato a marzo. Ho avuto una polmonite basale, che poteva portare a vasculite e trombosi. E siamo stati bravi a curarla spegnendo l’infiammazione. L’approccio consigliato in un primo momento, quello dell’intubazione, non avrebbe dato risultati».
Ma lei come si è sentito? «Devo dire la verità? Bene. In ospedale sono stato in tuta. Avevo energie. E dalla mia esperienza posso tratte delle conseguenze».
Quali? «Premettendo che ci siamo trovati di fronte a un virus sconosciuto, che noi in un primo momento abbiamo combattuto con la pistola quando sarebbero servite altre armi, aggiungo che gli sintomatico come detto non sono più contagiosi, almeno come nella prima fase. In più si tratta di atleti che possono continuare ad allenarsi, magari da soli. Ma è inutile isolare tutta la squadra».
Non è pericoloso? «Basta fare controlli. Venendo al Barcellona, per esempio, vista la grandezza del club, potrebbe fare tamponi quotidiani a tutti i giocatori ogni giorno. Ha ragione Zangrillo, che conosco.Magari ha parlato con toni forti. Però è arrivato il momento di tornare a vivere. Ora con le giuste cure abbiamo un fucile contro il virus. In attesa del cannone, costituito dal vaccino».
Quindi si può pensare anche di aprire gli stadi,magari non subito, però già a luglio. «Altra premessa, la cautela ci deve essere sempre, in attesa appunto del cannone. Quindi mascherine, distanza e continuo lavaggio delle mani».
Basterà? «In Italia ci sono centinaia e centinaia di asintomatici. Eppure i contagi stanno calando. Gli stadi si potranno riaprire a breve, sempre con prudenza ovviamente». Cristiano Tarsia. Fonte e foto: Il Mattino