Avellino- Quinta puntata del nostro approfondimento sui settori giovanili in Campania. Con i biancoverdi iniziamo a guardare i club di serie C.
“Ogni fallimento è un passo verso il successo…”
Se il proverbio fosse applicabile al mondo del calcio in casa Avellino sarebbe arrivato il momento di puntare dritto alla serie A perchè l’ultimo decennio per i tifosi irpini è stato davvero tormentato e avarissimo di soddisfazioni.
Nel nostro consueto excursus sui vivai dei club campani questa volta vogliamo dedicarci proprio al mondo degli lupi, che negli anni ’80 avevano raggiunto la massima espressione della loro storia sportiva con vittorie da almanacco contro colossi come Juventus, Inter e Milan.
In un clima generale di confusione dove purtroppo le proprietà cambiano quasi come i film da guardare al cinema, ad Avellino il calcio giovanile non sembra essere certamente la priorità per il club. Ad onor del vero non lo era stato neanche nelle gestioni precedenti, con situazione che in passato ci hanno lasciati davvero perplessi.
Non può ad esempio passare inosservata la gestione di qualche anno fa, quando l’intera organizzazione del settore giovanile era stata demandata a una società esterna che ha avuto a cuore tutto tranne il benessere e la crescita dei ragazzi e per la quale il presidente dell’epoca Taccone è stato successivamente squalificato sei mesi. Questa la sentenza: “Taccone ha omesso ogni cautela, controllo e vigilanza sulla effettiva sistemazione logistica di giovani calciatori minorenni tesserati nella stagione sportiva 2015-2016 per la US Avellino 1912 Srl facenti parte delle formazioni del Settore Giovanile (tra cui i giovani Domenico Girasole e Giovanni Battaglia), provenienti da altre Regioni, disinteressandosi circa l’andamento della formazione educativa e scolastica degli stessi”.
Roba da rabbrividire!!!
Cambiate diverse gestioni in pochi anni, non sono purtroppo migliorati i risultati in termini di solidità della cantera biancoverde. Certamente la croce non è da gettare sul nuovo Presidente Angelo D’Agostino che ha necessariamente bisogno di tempo per iniziare a lavorare con serenità, dopo aver avuto come priorità la salvezza del calcio in Irpinia.
Eppure in passato il settore giovanile biancoverde ha avuto anche un momento di vera gloria quando, nella stagione 2017-18, nella categoria Under 15 A e B i ragazzi di Giuseppe Bevilacqua hanno centrato il risultato storico dei play off scudetto dovendosi arrendendere solo nel finale al cospetto del Genoa.
Il vero riferimento del calcio giovanile ad Avellino, in mezzo a questi continui tzunami societari, è stato ed è ancora oggi certamente Dario Rocco, allenatore bravo e preparato della formazione Berretti, il quale ha cercato di dare con pochissimi mezzi a disposizione una certa dignità in questi anni alla tormentata cantera biancoverde.
Raggiungere le vittorie attraverso il gioco e far crescere i suoi ragazzi è la mission (forse impossibile) del coach campano che, dopo una lunga trafila in tutte le categorie Under e un ottimo anno alla guida della Juniores, è fin qui arrivato al sesto posto nel campionato Berretti.
Neanche da buttare è stata la stagione dell’Under 17, guidata in panchina nella prima parte da mister De Sarno e successivamente da coach Montanile, che soprattutto nel girone di ritorno è riuscita a cambiare decisamente passo, chiudendo in bellezza con un tris esterno sul campo dei cugini della Paganese.
Meno buona la stagione dei più piccoli (UNDER 15) guidati da mister Cerchia, che ha sofferto soprattutto il “vuoto” societario e il non aver ereditato alcun patrimonio umano dalle gestioni precedenti. Questo rende ancora più chiaro il concetto che anche nel calcio non si può improvvisare davvero nulla.
Parlare di calcio giovanile ad Avellino, come visto, non è affatto semplice ma la speranza è che il neo presidente D’Agostino, nel ridisegnare l’organigramma societario, decida di affidare anche il proprio vivaio nelle mani di un serio professionista in grado di generare finalmente valore.
Articolo a cura di Marco Lepore