LIGA LIBERA GRADUALMENTE
Si muove anche la Spagna, che ha già fissato alcuni obiettivi per riportare la gente negli stadi della Liga. L’intenzione – condivisa da governo e federazione e in fase di studio – è quella di un rientro graduale. Stadi riaperti al 30% a settembre, al 50% a novembre e al 100% a gennaio.
Ci sarà da capire come gestire e selezionare gli abbonati, ogni club sta lavorando a varie soluzioni per non scontentare la propria tifoseria. In Serbia, il comitato di emergenza coronavirus ha approvato la riapertura degli impianti con le regole di distanza sociale per gli spettatori. In Belgio (campionato chiuso) si pensa al futuro. I club hanno messo sul tavolo varie proposte. In Portogallo la stagione riparte il 4 giugno e il nodo-stadi è stato uno dei punti-fermi all’ordine del giorno: 13 impianti hanno già ottenuto l’ok dalle autorità sanitarie. In Bulgaria (ripresa il 5 giugno) i tifosi hanno chiesto con una lettera aperta al governo di riaprire parzialmente gli stadi, con accessi limitati al 30%. La Federazione sta valutando l’ipotesi per le gare decisive dei playoff.
IL PROSSIMO PASSO
In tutta Europa c’è voglia di riportare la gente allo stadio, c’è voglia di ridare un senso al calcio. Finirà anche il tempo dei cartonati, delle bambole gonfiabili, dei tifosi collegati su Zoom e virtualmente al loro posto in tribuna, dei cori mandati in playback dagli altoparlanti, dell’app Myapplause, dei drive-in sperduti nel nulla a simulare situazioni da stadio; finirà il tempo della lontananza e quando gli stadi torneranno ad accogliere i tifosi allora il calcio avrà ritrovato l’equilibrio magico che da sempre governa chi gioca e chi guarda giocare. Fonte: CdS