In diretta su Radio Punto Nuovo, è intervenuto Alessandro Cosentino, portavoce Curva B: “Da tanto tempo, ormai, il mondo delle curve non è più considerato la parte viva di questo spettacolo. Prima eravamo uno spettacolo dettato da uomini di cuore, oggi il calcio è business, con tifosi o senza tifosi, si va avanti e non interessa più a nessuno. In Germania i tifosi comprano le sagome dei sediolini con la loro faccia, è chiara la direzione in cui si vuole andare. Per quanto riguarda l’Italia, stiamo vivendo situazioni particolari. Ci siamo divisi in due fazioni: tesserati e non. Con molta esperienza stiamo cercando di accomunare i pensieri e provare a trovare una soluzione per portare un’unica voce. Il 6 giugno ci sarà una manifestazione a cui parteciperà la tifoseria italiana, a Roma, l’80% delle tifoserie si sono dissociate per non essere accomunate a nessun tipo di colore politico. Siamo un po’ scoglionati, abbiamo una visione differente della ripresa. Vivo molto la realtà del Nord dove l’incubo Covid non è ancora scomparso, ma come si suol dire, lo spettacolo continua e che ben venga. Si accontenteranno dei campi in silenzio e le tasche piene perché il campo deve finire e ricominciare il prossimo. Un metro di distanza tra tifosi, come si rispetta? Chi lo porta il metro? Non si rispettano le distanze ad un aperitivo, figuriamoci se allo stadio, dopo tanto tempo, si può pensare di fare 1 sediolino sì e 3 no. Vorrei portare un messaggio a Iannicelli: non capisco il suo accanimento con le curve, ha avuto problemi in passato con noi? Non penso sia entrato in curva, mai. Innanzitutto per la sua stazza, ma non ci ha mai conosciuto, perché sparare a vuoto senza sapere i fatti? A noi 6-7 mesi fa, ci hanno impedito di entrare, non è così semplice da gestire il dialogo. Il calcio è uno spettacolo, pago il biglietto, se lo spettacolo è di mio gradimento, applaudo, se non lo è, fischio. De Laurentiis è uomo di spettacolo e deve saperlo. Non è mai stato minacciato. Per una città così importante come il Napoli, De Laurentiis se n’è sbattuto alzando le spalle. Lasciamo stare tutto quello che ha detto lui, contro un popolo intero, noi non abbiamo fatto mai nulla oltre qualche striscione con scritto “Vogliamo vincere” e i cori allo stadio. Per tutte le battaglie fatte negli ultimi 30 anni a Napoli, le curve vogliono essere liberi ed entrare con le giuste precauzioni. Ma da qui a dire 3 sediolini, 4 sediolini, come si fa? C’è la buona volontà, ancor più l’amore per quella maledetta maglia”.