Stadi deserti: La proposta del presidente del Lecce

Adesso ripopoliamo gli stadi

Con la curva dei contagi in calo si potrà lavorare su un piano per aprire gli spalti al pubblico
garantendo il distanziamento. La soluzione: due posti vuoti accanto a una poltroncina occupata L’associazione dei Delegati: «Verso agosto-settembre possibile una prima riapertura». E il Lecce pensa all’ingresso a turno per gli abbonati.

Vinta la prima sfida – riprendere a giocare – ora ci si attrezza per la seconda: riportare la gente allo stadio. Strada non semplice, ma percorribile per ridare al calcio il senso che ha. La volontà di tutte le parti in causa – club, FIGC, Lega Serie A, Governo – va nella stessa direzione. A dettare i tempi sarà la curva del contagio, ma c’è già un primo piano organizzativo. Riaprono cinema e teatri, spiagge, centri estivi per bambini e parchi tematici e festival (il Giffoni), riaprono le spa e i rifugi alpini, le palestre e le piscine, ok per sagre e fiere, via libera persino alle discoteche. Riapre l’Italia, ma a restare chiusi sono soltanto due luoghi-comunità: stadi e scuole. Qui ci occupiamo degli stadi.

L’IDEA DEL LECCE

L’ipotesi a cui si lavora è quella di una riapertura graduale e con capienza limitata, tale da garantire il distanziamento sociale e necessaria per provvedere alle prevenzioni sanitarie. Le società di Serie A ci stanno pensando. Uno dei presidenti più attenti alla questione è Saverio Sticchi Damiani, numero uno del Lecce. Un’idea ce l’ha già. «Ci stiamo riflettendo, certo, perché dopo la ripresa è giusto fare un altro passo avanti. Penso che – se fosse possibile – sarebbe bello creare una turnazione tra i nostri 20.000 abbonati, bloccando ovviamente la vendita dei biglietti. A Lecce abbiamo uno stadio da 30.000 posti e credo che sarebbe una buona cosa offrire ai nostri tifosi un po’ di spettacolo, a turno – con criteri che verranno decisi – seguendo ovviamente tutte le precauzioni e garantendo la massima sicurezza». Fonte: CdS

LeccestadiSticchi Damiani
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