Gavillucci: “Adesso arbitro in Inghilterra, la mia battaglia è diventata di tutti”

Claudio Gavillucci (ex arbitro AIA) ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Punto Nuovo durante la trasmissione Punto Nuovo Sport Show: “Mi sono trasferito in Inghilterra per lavoro, ho cominciato ad arbitrare nel fine settimana ed al momento sono un arbitro della Federazione Inglese. Qui in Inghilterra funziona in maniera differente, non ci sono limiti d’età per arbitrare, i parametri sono solo quelli di superare test tecnici ed atletici. In Premier ci sono arbitri che vanno oltre i 45 arbitri, così come nelle serie inferiori. Chiunque abbia la voglia di arbitrare, qualora lo fosse in grado, può scalare le categoria. Per i primi quattro mesi sono riuscito ad avere una promozione. La mia battaglia è nata da una questione personale, ma è diventata poi una battaglia di tutti. Quest’anno dovrebbe finire di arbitrare Rocchi perché ha 45 anni, uno tra i migliori arbitri del campionato italiano”.

“Quale logica aziendale permette di privarsi dei migliori arbitri per sostituirlo con un arbitro che, potrà diventare Rocchi, ma che non garantisce la qualità che Rocchi dà al calcio? In Inghilterra, invece, c’è un arbitro di 48 anni, viene sfruttato fino all’ultimo giorno in cui potrà garantire una prestazione di qualità. Al di là della discriminazione d’età. E’ anti economico il fatto che in un’azienda investa nella formazione di un arbitro, con soldi di tutti, anche del pubblico. Per farlo arrivare a certi livelli e nel momento in cui vanno raccolti i frutti, qualcuno – in maniera insindacabile – decide che quella persona non è più valida. Deve restare discrezionalità per l’AIA nel valutare i propri giocatori. Ma non significa non comunicare con l’esterno – al di là dei diretti interessati – i criteri di valutazione. Per eliminare le polemiche, penso sia corretto nel 2020 che questi criteri vengano resi pubblici“.

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