Francesco Sinatti, 35 anni, per tre stagioni preparatore atletico del Napoli, racconta le insidie per i calciatori in vista del tour de force tra giugno e agosto.
Sinatti, quali i pericoli di una ripartenza dopo uno stop record di tre mesi? «Ce ne sono tanti. Il problema è proprio la lunga interruzione perché non ci si è mai fermati per così tanto tempo. E anche quando si va in vacanza è diverso, perché i calciatori giocano, si muovono. Qui c’è una fase inedita».
Cosa fare? «Oggi c’è bisogno di riabilitare un atleta e la prima cosa da fare è la valutazione dei suoi parametri rispetto a inizio marzo. Credo che un po’ tutti si muovano anche con programmi personalizzati, perché è chiaro che non tutti devono fare lo stesso tipo di lavoro.Molto dipende da come stanno.Ma è chiaro che quasi tutti i giocatori sono reduci da periodi complicati, dove sono stati persi di vista anche le dimensioni degli spazi».
Una partita ogni tre giorni in piena estate. «Andiamo per gradi: la fase più delicata è quella della ripartenza perché ci vuole una giusta progressione e il lavoro che viene fatto in queste settimane è fondamentale per quando si andrà in campo, per evitare infortuni e altre forme di rischioso affaticamento».
Cosa si dovrà fare in quei giorni? «Lavorare sul recupero, come si fa normalmente nel periodo in cui ci sono le coppe europee. La settimana tipo non ci sarà mai e verrà premiato, senza dubbio chi ha una rosa più ampia e può fare turnover».
Nel Napoli chi può non riposare mai? «Per come li ricordo io, Callejon e Insigne hanno tempi di recupero straordinari, possono giocare partite una dietro l’altra».
Conta solo l’aspetto fisico? «Beh, lo stress ha il suo effetto su prestazioni e anche sugli infortuni.Ma gli staff sono attrezzati per le valutazioni».
Il caldo che effetto avrà? «La partita alle 16,30 è impensabile anche per i rischi di disidratazione, spero che ci sia una marcia indietro perché giocare a quell’ora, con il tasso di umidità di tante città, non mi sembra una idea saggia. Al di là della salute del giocatore, anche lo spettacolo ne risentirebbe».
Ma non è peggio giocare al gelo delle notturne d’inverno? «La situazione ottimale per giocare a calcio è attorno ai 20 gradi con una umidità bassa. Anche giocare sotto lo zero ha grosse insidie,ma qui dipende dai calciatori. In generale quando l’umidità è alta non va bene né se fa caldo né se fa freddo per i muscoli dei calciatori». Pino Taormina (Il Mattino)