Il rischio infortuni – alla ripresa del campionato – è declinato con varie modalità dai molti che eccepiscono sulla ripresa della Serie A ad ogni piè sospinto. In realtà è un rischio calcolato, che va semplicemente gestito. Del resto – anche vivere questa quotidianità nell’attesa di un post-Coronavirus – comporta dei rischi. Prevederli e governarli, diventa il piedistallo fondamentale su cui ripartire. Nella vita, nel calcio.
CALCIATORI AI BOX
All’estero ha fatto notizia il «crac» della stella dell’Atletico Madrid Joao Felix (distorsione del legamento), mentre Luka Jovic si è fatto male (tallone) allenandosi durante la quarantena, in casa; così come Umtiti (Barcellona) ha avuto un guaio muscolare. Nella nostra Serie A – dove da Zaniolo a Malcuit passando per Lulic a Strakosha si lavora al rientro – la contabilità degli infortunati porta ai due giallorossi Pau Lopez (microfrattura del polso sinistro) e Perotti (distrazione muscolare), stesso problema per gli azzurri del Napoli Fabian Ruiz e Manolas. Zlatan Ibrahimovic, invece, ha scongiurato l’infortunio al tendine di Achille (con conseguenza di uno stop di almeno 5-6 mesi) riportando una lesione del muscolo soleo del polpaccio destro. A dimostrazione che non sempre gli infortuni sono riconducibili all’inattività, basti qui citare lo stesso Ibra, che arrivò al Milan – e fu subito determinante – dopo un’inattività di 73 giorni. Aveva giocato la sua ultima partita di MLS Cup con i Los Angeles Galaxi il 25 ottobre 2019. Il 6 gennaio 2020 – cioè due mesi e mezzo dopo – debuttava in campionato contro la Sampdoria, l’11 decideva – praticamente da solo – la partita di Cagliari.
TRA BUNDESLIGA E PREMIER, MEGLIO PREVENIRE
In Bundesliga, dove si sono già giocate due giornate di campionato e la terza si sta svolgendo, è stato calcolato che ci sono 65 giocatori fermi ai box (una media di tre a squadra), conteggiando ovviamente quelli che hanno accusato problemi giocando le partite dopo la ripresa e i loro colleghi che devono smaltire e/o stanno svolgendo rieducazione dopo gli infortuni patiti prima della pandemia. Il 16 maggio – prima giornata post Coronavirus in Germania – nelle sei partite disputate, si sono infortunati 8 giocatori, un tasso superiore alla media stagionale. Avevano avuto nove giorni per allenarsi con una certa regolarità.
ANSIA
Intanto la Premier è in ansia perché – notizia di ieri – la piattaforma Zone7, specializzata nella prevenzione degli infortuni e utilizzata da 35 squadre professionistiche in tutto il mondo, ha sottolineato che giocare 8 partite nell’arco di 30 giorni aumenta del 25% la probabilità dell’infortunio. Flaminia Ronca, fisiologa presso l’Institute of Sport, Exercise and Health, dipartimento dell’University College di Londra, sta lavorando con i giocatori della Premier League per valutare a quali rischi vanno incontro. Ronca spiega che «è possibile che abbiano perso fino al 15% della forma fisica, che ora devono riguadagnare in brevissimo tempo. Gli allenatori dovranno essere molto creativi e combinare i metodi di allenamento più efficaci con quelli di prevenzione degli infortuni più sicuri».
A cura di Furio Zara (CdS)