11 club non pagano gli stipendi
La crisi colpisce la Cina. 5 società si sono sciolte. La crisi economica del mondo del calcio non ha lasciato scampo nemmeno alla Cina. Già, proprio il paese che nell’ultimo decennio ha ricoperto d’oro i giocatori occidentali pur di portarli nella Chinese Super League, è costretto a fare i conti con i bilanci. La scarsa affluenza negli stadi e i contratti da nababbi assicurati ai campioni stranieri, d’altronde, pesavano già come un macigno su molte squadre. Che hanno fatto fatica a creare una reale sostenibilità nel tempo per il loro business, ottenendo vantaggi solo nel brevissimo periodo.
Lo stop dovuto alla pandemia di coronavirus (il campionato sarebbe dovuto iniziare a febbraio) non ha fatto altro che acuire i problemi. Ben 11 club (4 di seconda e 7 di terza divisione) sono stati sospesi dalla Chinese Football Association per non aver pagato gli stipendi. E altri 5 hanno addirittura chiuso bottega per la crisi finanziaria. Tra questi pure il Tianjin Tianhai, che lo scorso 12 maggio ha dichiarato bancarotta. Nel gennaio 2019 erano stati arrestati il fondatore del gruppo Quanjian e il presidente della società, Shu Yuhui, implicati in un’attività di marketing illegale. A soli tre anni di distanza dalla stagione che vide protagonista Fabio Cannavaro in panchina, in cui era stata disputata tra l’altro la Champions League asiatica.
La spiegazione di questa depressione economica è semplice e viene indicata direttamente dal presidente della Federcalcio cinese, Chen Xuyuan. «I club – ha spiegato a Xinhua News Agency – riescono a malapena a conseguire uno sviluppo sostenibile. I proprietari hanno investito molto, ma guadagnano poco». Per questo motivo il numero uno della CFA. Oltre a valutare l’introduzione di un salary cap, ha chiesto di «prestare attenzione alla pianificazione a lungo termine e a una gestione razionale». Il campionato, che dovrebbe iniziare tra giugno e luglio. Sarà comunque composto da 16 squadre, grazie al ripescaggio dello Shenzhen FC che prenderà il posto del Tianjin Tianhai. Fonte: CdS